«Il Next Generation Eu è uno strumento che non può valere soltanto per il futuro, ma anche e soprattutto per il presente, vista la disoccupazione crescente e il profondo stato di disagio sociale ed economico di larga parte della popolazione. Da parte del Governo, tuttavia, rileviamo un’assoluta mancanza di progettualità e l’incapacità di ragionare su un piano diverso dalla semplice logica emergenziale degli aiuti a pioggia. La rigenerazione urbana, la digitalizzazione possibile, la transizione energetica richiedono un fortissimo investimento anche sul versante della riqualificazione del lavoro, sia dipendente che autonomo. Nel Piano Nazionale di ripresa e resilienza, dovrebbero pertanto trovare spazio misure fondamentali come la riduzione strutturale del costo del lavoro per tutti i dipendenti, la riforma degli ammortizzatori sociali, il sostegno al reddito e politiche attive, la semplificazione degli adempimenti burocratici e il potenziamento degli strumenti di accompagnamento al pensionamento al fine di favorire il ricambio generazionale.»
A sostenerlo è stato Fiovo Bitti, segretario confederale UGL, in audizione alla Camera dei Deputati, nell’ambito dell’esame della Proposta di Piano Nazionale di ripresa e resilienza.
«E’ indispensabile, inoltre, sostenere il lavoro agile come una delle modalità organizzative del lavoro pubblico e privato, promuovere relazioni industriali più partecipative con l’attuazione dell’articolo 46 della Costituzione, incoraggiando al contempo la produttività. Il PNRR rischia di essere l’ennesima occasione mancata, nulla più di una collezione di slogan destinata a rimanere sulla carta. Ciò si può evitare soltanto attraverso il coinvolgimento attivo delle parti sociali e del territorio», ha concluso Fiovo Bitti.