«Diciamo basta all’improvvisazione in sanità e alla logica dell’emergenza con la quale giustificare tutto ed il contrario di tutto, è ora di una programmazione seria e di lungo periodo. Ed è l’ora che le parole lascino spazio ai fatti. Arrivano, infatti, indiscrezioni preoccupanti sulla terapia intensiva di Alghero: abbiamo sempre chiesto l’accreditamento definitivo per un reparto con funzione polispecialistica, cardiologica e post operatoria nell’ambito di una programmazione che veda la struttura algherese Dea di I livello.»
Lo scrivono, in una nota, i consiglieri del centrosinistra al comune di Alghero Mario Bruno, Gabriella Esposito, Pietro Sartore, Mimmo Pirisi, Valdo Di Nolfo, Ornella Piras e Raimondo Cacciotto che aggiungono: «Ci è stato dato un reparto covid con sei posti letto di emergenza, non accreditati e, ultima delibera regionale del 8 gennaio scorso, con aumento a 12 posti letto e, conseguentemente, smantellamento del pronto soccorso per ingrandire la terapia intensiva».
«Ora pare ci sia in discussione l’ennesimo dietro front: la terapia intensiva ad Alghero non serve più, bastano i posti letto di Sassari – aggiungono i consiglieri del centrosinistra -. Sarebbe delirante e deflagrante. Ciò in previsione dell’audit regionale che potrebbe dare il benestare per l’apertura delle sale operatorie al terzo piano del Civile. Ma terapia intensiva e nuova sala operatoria mal si concilierebbero col numero di anestesisti che servirebbero. Non solo, la scellerata delibera della Giunta Solinas, con sindaco e consigliere regionale del territorio compiacenti, aumenta contemporaneamente a 87 i posti letto del Marino per pazienti Covid di bassa o media complessità e così tutto l’ospedale viene occupato, con reparti e ambulatori prima al Marino ed ora dislocati in stanze anguste ricavate in altri luoghi, come la diabetologia, la medicina dello sport, la dermatologia.»
«Vi è l’intenzione di reclutare anestesisti in modo da rafforzare l’operatività? Quanti sono oggi i pazienti ricoverati nel reparto di TI del civile? – si chiedono i consiglieri del centrosinistra -. Chiediamo al sindaco ancora una volta, sperando l’appello non cada nel vuoto come in altre circostanze, di farsi interprete del volere e del mandato a lui conferito dal Consiglio comunale unitariamente per chiedere con forza in Regione certezze e rispetto.»
Lo scrivono, in una nota, i consiglieri del centrosinistra al comune di Alghero Mario Bruno, Gabriella Esposito, Pietro Sartore, Mimmo Pirisi, Valdo Di Nolfo, Ornella Piras e Raimondo Cacciotto che aggiungono: «Ci è stato dato un reparto covid con sei posti letto di emergenza, non accreditati e, ultima delibera regionale del 8 gennaio scorso, con aumento a 12 posti letto e, conseguentemente, smantellamento del pronto soccorso per ingrandire la terapia intensiva».
«Ora pare ci sia in discussione l’ennesimo dietro front: la terapia intensiva ad Alghero non serve più, bastano i posti letto di Sassari – aggiungono i consiglieri del centrosinistra -. Sarebbe delirante e deflagrante. Ciò in previsione dell’audit regionale che potrebbe dare il benestare per l’apertura delle sale operatorie al terzo piano del Civile. Ma terapia intensiva e nuova sala operatoria mal si concilierebbero col numero di anestesisti che servirebbero. Non solo, la scellerata delibera della Giunta Solinas, con sindaco e consigliere regionale del territorio compiacenti, aumenta contemporaneamente a 87 i posti letto del Marino per pazienti Covid di bassa o media complessità e così tutto l’ospedale viene occupato, con reparti e ambulatori prima al Marino ed ora dislocati in stanze anguste ricavate in altri luoghi, come la diabetologia, la medicina dello sport, la dermatologia.»
«Vi è l’intenzione di reclutare anestesisti in modo da rafforzare l’operatività? Quanti sono oggi i pazienti ricoverati nel reparto di TI del civile? – si chiedono i consiglieri del centrosinistra -. Chiediamo al sindaco ancora una volta, sperando l’appello non cada nel vuoto come in altre circostanze, di farsi interprete del volere e del mandato a lui conferito dal Consiglio comunale unitariamente per chiedere con forza in Regione certezze e rispetto.»
Antonio Caria