«Oggi 5 febbraio 2021, alle 9.00, si è aperto lo sportello per l’invio della domanda telematica per il bando Sine Limes, per la concessione dei buoni servizio a favore di persone con limitazione dell’autonomia. Un bando atteso e che, in un annus horribilis per l’emergenza Coronavirus, deve dare sostegno a bisogni concreti. Dopo 3 minuti i fondi erano esauriti. Tutte le speranze di poter avere un po’ di sostegno vanificate in un click.»
Lo scrive, in una nota, Valter Piscedda, consigliere regionale del Partito democratico.
«Diciamo per prima cosa che i fondi a disposizione non sono sufficienti, che si sarebbero potute mettere in moto altre misure e soluzioni più congrue e che seppur previste dalla legge 22/20, al momento non sono partite; che la procedura del chi arriva prima prende tutto non è affatto rispondente all’idea di equità di accesso alle risorse e ai servizi che si possa ritenere adeguata in un momento drammatico come questo – aggiunge Valter Piscedda -. Evidenziamo che presentare la domanda sul sito SIL non era semplice e che in queste settimane anche ottenere una semplice certificazione ISEE è molto complicato per il superlavoro che i CAF e i Patronati stanno affrontando, presi d’assalto dai cittadini impegnati a richiedere bonus, agevolazioni scolastiche e reddito di cittadinanza. Gli utenti interessati dovevano scaricare i moduli dal sito della Regione, compilarli e firmarli a mano, poi scannerizzarli e infine caricarli con la procedura SIL alla quale si accede previa registrazione e con tanto di mail ma ci pensate agli ottantacinquenni? Non sarebbe forse stato più utile coinvolgere gli stessi CAF, Patronati e associazioni di tutela per fornire assistenza alle persone, soprattutto quelle in stato di fragilità per patologia e/o anziane che con le procedure e la modulistica online non hanno dimestichezza? Invece no. L’ufficio CAS (complicazioni affari semplici) è sempre quello più cliccato.»
«Eppure gli aiuti sono pensati proprio per loro, dovrebbero essere il supporto per favorire l’accesso nella rete dei servizi socio-sanitari, sanitari, servizi di cura e di assistenza domiciliare. I buoni servizio saranno assegnati direttamente al destinatario, a titolo di rimborso della spesa sostenuta per l’acquisto dei diversi servizi ammessi e costituiscono un contributo a fondo perduto – conclude Valter Piscedda -. Invece di perduta c’è l’ennesima occasione di dimostrarsi capaci.»