«La crisi economica legata all’emergenza epidemiologica da Covid-19 si è abbattuta su tutti i comparti produttivi, non risparmiando nessun tipo di attività sull’intero territorio nazionale. In questo periodo in cui le attività professionali possono continuare ad essere esercitate, seppure attraverso lo smart working o con l’attuazione di protocolli di sicurezza anti-contagio, il volume di affari degli studi professionali risulta drasticamente ridotto. Moltissimi professionisti, pensiamo ad avvocati, ingegneri, commercialisti, notai, sono stati costretti a sospendere l’attività o a lasciare a casa i collaboratori. Per questo chiedo che la Regione Sardegna, in accordo con i sindacati, si impegni ad estendere la cassa integrazione in deroga agli studi professionali e ai soci lavoratori (in caso di cooperative o studi associati), come già disposto da altre regioni italiane quali la Lombardia, l’Emilia Romagna, il Veneto, la Campania, la Puglia e il Piemonte. Considerato che l’individuazione delle imprese che possono accedere alla cassa integrazione in deroga è di competenza della Regione.»
Questa la richiesta al centro di un’interrogazione presentata dal consigliere regionale del M5S Roberto Li Gioi all’attenzione del presidente della Regione Christian Solinas e dell’assessore regionale del Lavoro Alessandra Zedda.
«Attraverso il pacchetto “Cura Italia”, approvato il 17 marzo scorso – aggiunge Roberto Li Gioi – il Governo ha destinato al mondo del lavoro dieci miliardi di euro e previsto, tra le altre cose, la cassa integrazione allargata a tutti i lavoratori dipendenti. Potenziando la cassa integrazione ordinaria e velocizzando le procedure per accedervi, il decreto ha inoltre esteso la cassa integrazione in deroga a tutti i settori e in tutte le aziende, anche quelle con un solo dipendente.»
«In questo momento cruciale per le sorti dell’economia della Sardegna – conclude Roberto Li Gioi -, auspico che la Regione, seguendo l’esempio delle altre regioni, si attivi con urgenza per consentire a ciascun professionista con dipendenti di poter fare ricorso agli ammortizzatori sociali. Un provvedimento fondamentale dal duplice obiettivo: mettere in sicurezza i lavoratori che esercitano la libera professione e dare una boccata d’ossigeno all’intera categoria.»