Nonostante l’emergenza sanitaria legata alla diffusione del Coronavirus, è in crescita il 2020 per quanto riguarda le vendite e gli agnelli certificati come Igp di Sardegna. Lo dimostra il report annuale stilato dal Consorzio d tutela dell’agnello di Sardegna Igp che registra anche la crescita dei soci.
«Dati che ci fanno ben sperare – ha dichiarato il presidente del Contas, Battista Cualbu – perché significano che sta aumentando l’attenzione e la sensibilità a favore della origine di ciò che mangiamo, con attenzione alla salute e all’economia dei territori.»
Secondo il report i consumi di agnello sono cresciuti in Italia dell’8 per cento e del 2 per cento all’estero con un export che vale a livello nazionale 10 milioni di euro con esportazioni quasi esclusivamente in Spagna. Inoltre è di 4mila 300 tonnellate la quantità di carne di agnello di Sardegna Igp immessa sul mercato con un fatturato di oltre 40 milioni di euro.
In crescita anche la qualità dei capi Igp macellati (10,5%). «Dato che è aumentato grazie alla eccellente qualità degli agnelli che hanno segnato una media di + 120 grammi a capo rispetto al 2019 – ha aggiunto il direttore del Contas, Alessandro Mazzette – ma anche alle 250 nuove iscrizioni al consorzio registrate nel 2020.»
In calo il prezzo medio al dettaglio. «Su nostra iniziativa – ha aggiunto Battista Cualbu – il Governo ha concesso per due anni alla filiera ovina un contributo straordinario di 9 euro/capo per gli Igp nati, allevati e macellati in Italia nei mesi di marzo e aprile nelle annualità 2019 e 2020 al fine di coprire parte delle perdite subite a causa del Covid. Oltre a questo contributo i 4.730 allevamenti iscritti alla Igp percepiscono ogni anno come sempre, il premio accoppiato concesso dalla UE alle produzioni certificate per un totale di circa 4,3 milioni di euro.»
Antonio Caria