È un 2020 da record per il mercato elettronico degli appalti della Sardegna: in base ai dati forniti dal Mepa, la Pubblica Amministrazione ha bandito lavori e servizi per 165 milioni di euro, di cui 79 sono stati aggiudicati alle imprese dell’Isola. Cala, invece, la percentuale delle aziende sarde aggiudicatarie: dal 53% nel 2019 al 48% registrato nello scorso anni.
Sempre secondo il Mepa, su 4mila 331 imprese sarde abilitate sulla piattaforma, i fornitori attivi sono 1.656, su un totale nazionale di oltre 156mila abilitati e circa 66mila attivi.
A livello provinciale, i numeri più consistenti si rilevano a Cagliari con 55 milioni di euro, di cui il 69% è andato verso fornitori locali, mentre all’ultimo posto si piazza l’Ogliastra con 2milioni e 300mila euro di acquisti della Pubblica Amministrazione «nonostante l’anno appena passato sia stato pesantemente condizionato dalla pandemia – ha dichiarato Antonio Matzutzi, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – il 2020 è stato un anno positivo per il volume degli appalti elettronici banditi in Sardegna, cresciuti di ben 14milioni in soli 12 mesi e di ben 32 rispetto al 2019. Buona anche la quota aggiudicata dalle realtà sarde, aumentata di 7 milioni rispetto all’anno precedente anche se la percentuale delle imprese aggiudicatrici sarde è calata di 5 punti percentuali, passando dal 53 al 48%. Questi ultimi dati ci devono far ragionare su quante risorse economiche non rimangono in Sardegna oppure restano, molto ridotte, ma sotto forma di subappalti che, notoriamente, non aiutano lo sviluppo delle imprese».
«Il mercato elettronico è uno strumento capace di assicurare trasparenza, velocità nei processi, qualità dell’offerta e partecipazione delle piccole realtà imprenditoriali nell’ambito degli appalti pubblici», ha aggiunto il segretario di Confartigianato Imprese Sardegna, Daniele Serra.
Antonio Caria