Arrivano anche in Sardegna i manifesti e i camion vela, noleggiati dall’associazione cattolica Provita & Famiglia Onlus per la sua campagna antiabortista.
Ma infuria la polemica sul contenuto. «Quelle parole utilizzate per lo slogan sono inammissibili – ha dichiarato la deputata algherese del Movimento 5 stelle Paola Deiana -. L’aborto è paragonato a un omicidio e le donne a delle assassine. Qui non stiamo parlando di libertà di pensiero, stiamo parlando di un messaggio deprecabile che lede la sensibilità di quelle donne che hanno affrontato la difficile scelta di un aborto.»
«Prima del 1979 – ha aggiunto Paola Deiana – abortire era illegale, lo si faceva clandestinamente, le donne rischiavano la propria vita, facevano lunghi viaggi, si affidavano a una mammana (e al suo ferro da maglia) o al cucchiaio d’oro, un medico che praticava illegalmente l’aborto. Molte non ce l’hanno fatta. Grazie alla legge 22 maggio 1978, n. 194, le donne hanno oggi garantita la possibilità di abortire in totale sicurezza. Da quella grande conquista sono passati 43 anni e non è possibile che nel 2021 qualcuno pensi di poter tornare indietro.»
A suo modo di vedere la campagna di comunicazione dell’associazione contiene un messaggio violento che non va in difesa della vita, ma ha il solo obiettivo “di colpevolizzare le donne”.
Antonio Caria