«Nella giornata internazionale della lingua Madre la Sardegna deve rivolgere il suo sguardo al futuro per riconquistare nuovi ambiziosi traguardi nella battaglia iniziata già all’alba dell’esperienza autonomistica per conferire al sardo pari dignità con la lingua italiana.»
Lo afferma il presidente della Regione Christian Solinas, che in un messaggio riassume la storia e il valore delle battaglie politiche per la lingua sarda.
«Rimane una pietra miliare di questo impegno – ricorda il presidente Christian Solinas -, la legge regionale n. 26 del 1997, voluta fortemente dall’assessore sardista della Pubblica istruzione Serrenti, ma sono ancora molti gli atti e i provvedimenti che bisogna adottare per avvicinare nell’Isola il sardo ad una reale equiparazione con la lingua italiana.»
«In questa giornata – prosegue il presidente -, in cui si recuperano i valori identitari dell’appartenenza attraverso il linguaggio comune ad una entità etnolinguistica ed etnoculturale, non possiamo dimenticare che per noi la lingua sarda costituisce uno degli elementi fondamentali per lo status di Nazione del Popolo sardo.
Tra gli aspetti che necessitano una immediata rivisitazione vi è il fatto che nel nostro Statuto Speciale di Autonomia non è ancora contemplata una norma che in qualche modo richiami e contenga la lingua e la cultura isolana. Mentre, per contro, negli Statuti della Valle d’Aosta e del Trentino Alto Adige, per quanto emananti nello stesso periodo, tali norme son ben presenti. Il che ha consentito il riconoscimento di un pacchetto di misure e agevolazioni da parte della Repubblica proprio in ragione del fatto di essere territori aventi lo status di minoranza etnolinguistica.
In ambito regionale, l’iter per l’approvazione di un testo di legge sulla lingua sarda è stato travagliato, con la prima proposta che arrivò nel 1978 a trent’anni dall’entrata in vigore dello Statuto. Seguirono nel 1980 una proposta di iniziativa consiliare e, nello stesso anno, un disegno di legge nazionale. Ma, come detto, solo nel 1997 , a seguito di discussioni molto accese e con un iter legislativo alquanto travagliato, fu approvata ed entrò in vigore la legge regionale n. 26 del 15 ottobre 1997 concernente “Promozione e valorizzazione della cultura e della lingua sarda”.
Questo porta alla constatazione che il problema della lingua sarda, con tutti i suoi risvolti culturali, politici e sociali, è stato sottovalutato per molti decenni, afferma il Presidente Solinas.
La giornata internazionale della lingua madre ci induce, quindi, ad una più profonda riflessione sul problema, per fare in modo che rinasca un interesse finalizzato a recuperare Sa Limba nel suo valore sociale e culturale in un novellato quadro normativo che miri a coltivarlo e a salvaguardarlo, garantendo con sa Limba la conservazione e lo sviluppo dell’identità del popolo sardo.
Questa giornata in particolare, dice ancora il Presidente Solinas, ci ricorda che l’uso della lingua materna nell’ambito della comunità di appartenenza si pone quale elemento fondamentale di identità culturale e come mezzo primario di trasmissione dei relativi valori e, conseguentemente, di garanzia dell’esistenza e della continuità del grande patrimonio, spesso lascito di una grande civiltà – nel nostro caso quella nuragica- proprio di ciascuna comunità etnica.
Il messaggio che deriva dalla celebrazione di questa giornata per noi sardi – conclude il Presidente Solinas -, è quello di unire il tema della tutela dell’identità linguistica e culturale a quello della condizione fisico geografica di insularità, privilegiando le peculiari condizioni storiche, sociali e politiche del popolo sardo.»