L’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, è intervenuto nel corso della seduta aperta del Consiglio comunale di Nuoro che si è tenuta oggi nel capoluogo barbaricino, al Teatro Eliseo, ed alla quale hanno preso parte anche le associazioni dei pazienti ed i sindaci del Nuorese. All’ordine del giorno i principali temi della sanità di Nuoro e del suo territorio.
«Il nostro impegno per l’ospedale San Francesco, così come per tutto il sistema sanitario della provincia, è concreto», ha dichiarato l’esponente della Giunta Solinas, che ha espresso apprezzamento per il generale clima di fiducia e collaborazione in cui si è svolto l’incontro.
In merito al principale ospedale del capoluogo Barbaricino l’assessore Mario Nieddu si è soffermato, in particolare, sulle criticità che riguardano la carenza di medici specializzati: «Abbiamo bandito 63 concorsi per oltre mille operatori del sistema sanitario, purtroppo l’emergenza Covid ha posto un freno al loro espletamento, ma con l’attuale cronoprogramma contiamo portarne a termine buona parte entro giugno».
«Stiamo affrontando – ha aggiunto l’assessore Mario Nieddu – criticità che hanno radici lontane. Decenni di mancata programmazione hanno portato agli scompensi oggi visibili ovunque. In Sardegna abbiamo riportato le borse di studio per le scuole di specializzazione a 194, da 29 a cui erano state ridotte. Ma stiamo soprattutto portando avanti una riforma sanitaria che vuole porre rimedio a un modello che non è stato in grado di rispondere alle esigenze dei territori.»
Ritorna la centralità della medicina territoriale, «impoverita – ha detto l’assessore della Sanità – da un blocco del turnover che ne ha impedito il rinnovamento. Su questo fronte abbiamo destinato importanti risorse inserite nella Finanziaria tecnica approvata nei giorni scorsi. Risorse che riporteranno negli ambulatori quelle prestazioni cancellate dai tagli».
Sono stati banditi i concorsi per i medici di base: «Abbiamo recuperato l’enorme ritardo ereditato. Per l’assistenza primaria le graduatorie per le zone carenti non venivano stilate dal 2014, ora abbiamo finalmente colmato questa lacuna. Stiamo anche lavorando sui tavoli nazionali per assicurare un sistema d’assegnazione più equo, affinché non siano sempre i territori più svantaggiati a dover patire i disagi dovuti all’assenza del medico di famiglia, un servizio fondamentale sia per la tutela della salute, sia per il contrasto allo spopolamento».