«La Regione ha fatto la sua parte ottenendo grandi risultati, gli allevamenti sardi sono sicuri e da 2 anni non si registra un caso di peste nelle strutture intensive, adesso tocca al Governo intervenire presso la Ue per liberalizzare la circolazione della carne sarda.»
A lanciare l’appello è Piero Maieli, presidente della commissione Agricoltura ed Attività produttive e consigliere regionale del Partito Sardo d’Azione, assicurando che la «liberalizzazione non significa abbassare la guardia sui controlli anche perché l’unità di progetto no sarà sciolta ma potenziata. Piuttosto,si stanno sviluppando molti focolai all’interno della Ue come in Olanda dove si produce il 40% della carne suina del continente: vediamo se ci sarà parità di trattamento».
«Per quanto riguarda l’assessorato regionale – aggiunge il capogruppo dei sardisti, Franco Mula – riteniamo che abbia fatto il massimo anche se si può sempre fare meglio, ma il problema è che le legittime ragioni della Sardegna devono avere più forza in Europa e questo è compito del Governo centrale»
«Quello della peste suina è un tema delicato – ribadisce il capogruppo della Lega, Dario Giagoni -, perché tocca da vicino centinaia di aziende sarde ed è sbagliato attaccare la Regione che ha fatto moltissimo. La Sardegna deve far valere questi risultati e con il nuovo Governo si sono create condizioni diverse e migliori che bisogna cogliere, senza accontentarsi di “palliativi” come l’esportazione di prodotti cotti stagionati per 180 giorni, che al mercato non interessano.»
Per il consigliere sardista Stefano Schirru, è fondamentale la centralità dell’azione del Governo in ambito Ue, soprattutto perché, ha spiegato, «ci sono programmi e finanziamenti comunitari destinati ai distretti agroalimentari che interessano molto la Sardegna per far crescere le produzioni di qualità e quindi anche il comparto della carne suina».
Antonio Caria