«Esprimiamo legittima preoccupazione per quanto è accaduto nelle ultime ore nella Regione Lombardia, relativamente al caso di alcuni infermieri che sono risultati nuovamente positivi al Covid dopo la seconda dose del vaccino. Lo ha reso noto la direzione della Commissione Sanità, “liquidando” l’accaduto come ampiamente previsto in quel fattore rischio del 5% riconosciuto a farmaci come Pfizer, ufficialmente efficaci “solo” fino al 95%. Non possiamo essere soddisfatti del modo sbrigativo con cui Marco Salmoiraghi, direttore generale Welfare Vicario della Regione, ha giustificato quanto è accaduto, facendo rientrare l’episodio come assolutamente “normale e previsto”. Siamo i primi che vogliamo evitare allarmismi, ma situazioni come questa meritano ulteriori approfondimenti e indagini accurate. Come Sindacato che tutela la salute degli infermieri italiani abbiamo il dovere di chiedere che il ministero della Sanità e le Regioni si attivino da subito per capire se siamo di fronte a episodi sporadici che, per noi, in ogni caso, rappresentano un vulnus nell’efficacia dell’immunità vaccinale. Un problema importante, che deve essere presidiato e monitorizzato.»
Lo scrive, in una nota, Antonio De Palma, presidente nazionale del Nursing Up.
«Prima che sia tardi, chiediamo che venga messo in atto un piano strategico mirato, per difendere i professionisti della sanità da un anno esposti come nessuno al rischio contagio. Pretendiamo che gli errori di gestione, la superficialità, la scarsa organizzazione, le poco efficaci misure di sicurezza a tutela del personale, ovvero tutta la serie di pressappochismi in cui ci siamo imbattuti sulla nostra pelle tra prima e seconda ondata, non tornino a ripetersi. In questo preciso frangente, senza ulteriori approfondimenti, non possiamo essere certi che di fronte al verificarsi di nuovi contagi di colleghi già sottoposti alla seconda dose del vaccino, si tratti sempre di quel rischio preventivato di cui tutti eravamo a conoscenza. Chiediamo, pertanto, che si metta in azione uno screening continuativo e sistematico del personale, non solo con i previsti test sierologici e tamponi completi almeno ogni due settimane, ma soprattutto chiediamo che gli infermieri già vaccinati vengano sottoposti periodicamente al monitoraggio del titolo anticorpale.»