«Da vent’anni l’unico reparto di Oncoematologia di tutto il Nord Sardegna attende una nuova sede. Da vent’anni i pazienti del Nord Sardegna, e parliamo di malati oncologici, persone fragili che lottano contro la malattia, sono costrette a subire condizioni di degenza disumane e inaccettabili, erogate in una struttura decadente e inadeguata, da vero e proprio incubo. È a dir poco inammissibile che un reparto in cui vengono effettuati 8 mila accessi all’anno e 350 ricoveri versi in simili condizioni pietose. Basti pensare che i tredici pazienti che a fatica si dividono le tre camere di degenza di questo reparto sono obbligati a servirsi dello stesso bagno, esterno alle camere, l’unico bagno presente. Un unico bagno per tredici persone. Ma non finisce qui: le stesse condizioni di disagio estremo le troviamo nelle sale dedicate al Day hospital, ovvero due piccole stanze con due letti, più due poltrone di fortuna disposte nell’androne principale. Anche qui, dove i pazienti fanno la chemio, è presente un solo bagno per tutti, nell’andito. È facile immaginare quanto possa essere scioccante venire ricoverati per lungo tempo in una struttura in cui 13 persone devono condividere un unico bagno (e un’unica doccia), di dimensioni ridotte, privo di aerazione e nel quale le persone con disabilità non riescono nemmeno ad accedere poiché non idoneo.»
Queste sono solo alcune delle numerose criticità riscontrate da Desirè Manca a seguito di un sopralluogo nella struttura sanitaria sassarese. Criticità oggi portate all’attenzione del Consiglio regionale dalla consigliera che ha presentato una mozione per chiedere alla Regione l’immediato trasferimento del reparto di Oncoematologia in locali adeguati.
«Chiediamo che le promesse fatte da Direzione Sanitaria e dai precedenti commissari vengano mantenute, attendiamo che questa attesa di una nuova sede, che dura ormai da vent’anni abbia fine al più presto. L’inadeguatezza di questo reparto è ben evidente già dall’ingresso, dalle condizioni della sala d’attesa. Una piccola sala con pochissimi posti a sedere, a fronte delle circa cento presenze giornaliere che conta la struttura. Così, centinaia di persone che attendono di poter ricevere la chemioterapia o di poter effettuare una visita delicatissima, sono obbligate ad attendere il proprio turno in piedi, senza potersi nemmeno riposare. Queste condizioni, aggravatesi con l’emergenza covid, erano già una costante in questo reparto, per il quale da vent’anni si chiede il trasferimento. Non è ammissibile che le persone in cura per un tumore, persone che soffrono, debbano patire anche questo trattamento, avvilente e doloroso», conclude Desirè Manca.