«Apprendiamo con rabbia, stupore e delusione le prime informazioni sulle indicazioni contenute nel nuovo dpcm, il primo dell’era Draghi in merito alla categoria dei fieristi,
DPCM che sarà valevole dal 5 marzo fino a 6 di aprile. A primo acchito ci pare di essere caduti dalla padella alla brace.»
E’ il primo commento di Ivan Scarpa, presidente per la Sardegna di AFI (Associazione Fieristi Italiani).
«Dopo oramai 13 lunghi mesi di inattività quasi assoluta, se non qualche piccola occasione di lavoro (queste recensite da pubblico presente, istituzioni ed organi di vigilanza impeccabili per le misure di prevenzione poste in atto) scivoliamo nell’incubo della sospensione del lavoro anche in caso di zona bianca, praticamente quella condizione di quasi assoluta sicurezza dove un area geografica viene riportata alla quasi totale libertà, soprattutto professionale – aggiunge Ivan Scarpa -. Questo schiaffo alla categoria dei fieristi ci porta oramai alla convinzione dell’assoluta non conoscenza del settore. Siamo assolutamente convinti che un piccolo evento di natura fieristica, all’aperto, con le misure di prevenzione approvate lo scorso anno dalla conferenza delle Regioni, sia più sicuro di certe attività o comportamenti attualmente autorizzati anche durante fasi più critiche rispetto alla zona bianca.»
«Per questo oggi puntiamo tutto sulla grande manifestazione promossa da AFI in occasione del Festival di Sanremo, dove dal 2 al 6 marzo, non per un paio di ore, ma per tutta la durata del Festival, i fieristi di tutta Italia saranno presenti, sfruttando la visibilità europea del Festival per urlare la propria rabbia – conclude Ivan Scarpa – sperando che proprio la manifestazione di Sanremo possa ribaltare o allentare la morsa contro i fieristi essendo il Festival e la manifestazione di protesta ad esso affiancata, alla vigilia del nuovo dpcm che potrebbe cancellare migliaia di partite Iva.»