Formazione ed aggiornamento professionale per dipendenti, imprenditori e amministratori locali; innovazione delle attività e dei processi produttivi; sostegno all’internazionalizzazione, un occhio di riguardo all’occupazione giovanile e a quella femminile in particolare e una macchina amministrativa più efficace. Sono alcuni degli interventi che la Cna Sardegna sollecita al governo regionale per cercare di risollevare l’economia isolana, arrivata con un ritardo eclatante in termini di crescita della produttività aggregata all’appuntamento con l’emergenza Covid-19, la peggiore crisi del dopoguerra. Un ritardo che si è riflesso, specialmente nel periodo più recente, in performance economiche tra le peggiori in Italia.
In base all’ultima ricerca del Centro studi dell’associazione di categoria il sistema socio-economico isolano ha infatti registrato un calo della produttività molto più accentuato del resto d’Italia.
Il gap accumulatosi negli anni trova spiegazione in una serie di fattori strutturali che rendono quella della Sardegna una delle economie più vulnerabili al livello nazionale. Una debolezza che, come vedremo nel dettaglio, deriva in primis dalla struttura del sistema produttivo, caratterizzato come è noto da entità produttive di piccola dimensione e realtà industriali scarsamente capitalizzate, poco strutturate e attive prevalentemente sui mercati locali. Ma anche da una quasi nulla capacità economica, di innovazione e di internazionalizzazione da parte delle aziende, dalla scarsa valorizzazione del capitale umano, soprattutto giovanile, e da una scarsa capacità da parte degli organismi preposti a prendere le decisioni strategiche.
«Il rischio è che la tremenda crisi economica innescata dalla pandemia possa compromettere ulteriormente la capacità produttiva sarda, in termini di fallimenti aziendali e aumento della disoccupazione, in un contesto caratterizzato da una scarsa efficienza nella riallocazione delle risorse produttive – spiegano Pierpaolo Piras e Francesco Porcu, rispettivamente presidente e segretario regionale della Cna Sardegna -. È assolutamente necessario intervenire con una programmazione lungimirante che, muovendo dalle ingenti risorse economiche stanziate per affrontare l’emergenza, affronti i deficit regionali con un mix di iniziative mirate sia a breve che a lungo termine. L’ occasione del Recovery Plan– concludono Pierpaolo Piras e Francesco Porcu – va utilizzata anche in Sardegna per avviare le riforme strutturali che incidono nel medio e lungo periodo sulla qualità della vita di cittadini e imprese; In cima a queste il riordino e l’efficientamento della pubblica amministrazione e del sistema amministrativo tutto che va ripensato agendo su capitale umano, semplificazione e digitalizzazione.»