Una mozione a sostegno dei Centri Commerciali Naturali in Sardegna e nuove modalità di accesso ai contributi per la programmazione annuale: «La pandemia – spiega Gianfranco Satta, primo firmatario del documento sottoscritto da tutto il gruppo dei Progressisti – ha modificato le abitudini negli acquisti, penalizzando le attività nei piccoli centri e nelle città a favore della grande distribuzione e del commercio online. È importante che la Giunta regionale tenga conto di questi fattori per una nuova programmazione a favore dei consorzi tra piccole attività che contribuiscono in maniera determinante a mantenere in vita i nostri quartieri».
Sono circa 45 i centri commerciali naturali, diffusi in tutta l’isola, iscritti all’apposito elenco regionale: secondo le ultime direttive in merito, adottate nel 2017, le spese ammissibili furono raggruppate in sette macroaree che includevano, tra l’altro, le azioni di fidelizzazione, le manifestazioni e le animazioni, le azioni di pubblicità e comunicazione, i servizi diretti all’utenza: il contributo regionale copre attualmente fino al 70 per cento delle spese e sempre entro la soglia massima di 40.000 euro per centro commerciale naturale.
«Dell’ultimo bando sui contributi erogati ai CCN per la progettazione 2020 – sottolinea Gianfranco Satta, vicepresidente della commissione Attività produttive – sono stati assegnati 905.000 euro del milione complessivamente stanziato. Le domande ammesse sono 29, e in maggioranza hanno ricevuto l’importo massimo erogabile, cioè 40.000 euro. Le istanze totali totali presentate erano 34: le cinque domande escluse non sono state ammesse per vizi formali come ritardi o altro, ma se ammesse avrebbero comportato l’insufficienza delle somme stanziate.»
Da qui la mozione dei Progressisti: «A causa della pandemia molte attività hanno subito periodi di chiusura forzata con cali di fatturato che stanno mettendo in crisi interi comparti, accentuando ancora di più le disparità che intercorrono tra grandi e piccole attività commerciali. Proprio per queste ultime sarebbe necessario uno sforzo maggiore da parte della Regione: i centri commerciali naturali, devono poter mettere in campo una programmazione ancora più efficace. Lo scopo è quello di rimettere in moto un settore che rischia di soccombere, con le conseguenze che ne deriverebbero per i piccoli paesi e per i centri storici delle città sarde. Molte delle abitudini che il Covid ci ha imposto, come usufruire maggiormente dei servizi di consegna a domicilio, di effettuare ordini telefonici o acquisti online, specialmente per i più anziani, difficilmente cambieranno con la fine della pandemia e le piccole attività, che da sole avranno difficoltà a reggere questi ulteriori costi dopo una fase disastrosa come quella che ancora stiamo affrontando, se non verranno aiutate finiranno col non reggere il confronto con i grandi centri commerciali e di distribuzione. È importante incrementare i fondi ma anche cambiare le direttive in modo che ogni centro commerciale naturale, con una progettazione efficiente e appropriata, nel rispetto del regolamento Ue sugli aiuti “de minimis”, possa accedere a un contributo maggiore rispetto agli attuali 40.000 euro previsti come soglia massima».