Il 16 marzo 1978 il presidente della DC Aldo Moro veniva rapito in via Fani e la sua scorta di cinque uomini veniva uccisa da un commando delle Brigate Rosse. Un evento drammatico che ha segnato la storia dell’Italia.
Quel vile attentato terroristico mise sotto attacco la tenuta dello Stato democratico. Unanime fu la condanna per un atto così esecrabile e i media di tutto il mondo diedero ampio risalto all’accaduto.
In quel frangente la nazione intera fece quadrato e non fece mancare la vicinanza alla famiglia e alle Istituzioni. L’attentato fu studiato nei minimi particolari ed il giorno scelto non fu casuale, perché Aldo Moro si stava recando in Parlamento per siglare con il PCI di Enrico Berlinguer il famoso “Compromesso storico” che, se realizzato, avrebbe segnato un cambiamento radicale nella politica italiana.
Dopo 55 giorni di prigionia, scanditi da tanti comunicati farneticanti delle Brigate Rosse, che non lasciavano presagire nulla di buono, il 9 maggio corpo senza vita di Aldo Moro venne fatto ritrovare all’interno di una R4 rossa parcheggiata in via Caetani.
Ancora oggi, a distanza di 43 anni, intorno al rapimento e all’uccisione di Aldo Moro, restano ancora tanti interrogativi senza risposta.
Armando Cusa