Lo hanno chiamato “Sardilienza”: è il modello di sviluppo della Sardegna pensato da Articolo 1 e tradotto in una proposta per la spendita delle risorse del Recovery Fund.
«Prendiamo atto del fallimento dela Giunta Solinas, incapace di elaborare un pacchetto di proposte innovative da presentare al Governo e all’Unione europea – ha detto stamattina in conferenza stampa il consigliere regionale di Leu Eugenio Lai – serve adesso un progetto serio che permetta di utilizzare al meglio le risorse della NexGenerationEu in modo da favorire la ripresa economica dell’Isola con progetti innovativi e inclusivi». Secondo Articolo 1, il futuro della Sardegna si gioca su tre direttrici: lotta allo spopolamento, lavoro e istruzione: «La pandemia ha messo in luce la distanza tra le città e le periferie – ha aggiunto Eugenio Lai – adesso abbiamo l’occasione di ridurre il gap rafforzando i territori e garantendo eguali diritti ai cittadini delle aree urbane e a quelli dell’interno».
La ricetta di Articolo 1 parte dal rafforzamento dei servizi e dall’eliminazione delle carenze infrastrutturali: «Il primo punto da affrontare è quello di un sistema sanitario efficiente – ha detto Antonella Fancello, componente del gruppo di lavoro sul Recovery Fund – tutti i cittadini devono poter accedere in egual misura ai servizi. L’altra sfida riguarda il digitale: agli abitanti e alle imprese dei piccoli centri deve essere garantita la banda larga. E’ questo un elemento decisivo per fermare lo spopolamento». Sulla stessa lunghezza d’onda il segretario regionale dei giovani di Articolo 1 Andrea Zuddas: «Puntiamo a una transizione digitale vera – ha detto – la fibra ottica in tutti in paesi potrebbe frenare lo spopolamento e bloccare la fuga dei cervelli. Lo smart working e il co-working sono il futuro: una svolta che rappresenta una grande occasione per i piccoli centri, ma per coglierla occorre essere pronti».
Articolo 1 invita tutto il Consiglio regionale ad una riflessione comune: «Non serve presentare centinaia di progetti destinati a naufragare – ha aggiunto Antonella Fancello – concentriamoci su due o tre interventi che permettano alla Sardegna di invertire la rotta». Un occhio di riguardo dovrà essere riservato anche alla lotta contro la disparità di genere: «Il lavoro femminile è stato profondamente penalizzato dalla pandemia – ha affermato la sindaca di Guasila Paola Casula – di questo occorrerà tener conto. Un altro aspetto riguarda la pubblica amministrazione: se si vogliono rafforzare i territori bisogna dare strumenti operativi agli enti locali. Servono nuovi concorsi pubblici e un piano assunzionale rivolto ai giovani».
Tra le altre proposte di Articolo 1 anche un nuovo modello di sviluppo energetico e ambientale: «nel mio paese stiamo già sperimentando le comunità energetiche – ha sottolineato il sindaco di Ussaramanna Mario Sideri – mettiamo insieme produttori e consumatori di energia e ridistribuiamo in modo virtuoso gli incentivi per la produzione di energie da fonti rinnovabili».
Sulla tutela e sulla valorizzazione dell’ambiente la Sardegna si giocherà una grossa fetta del proprio futuro. Ne è convinto Domenico Cabula, rappresentate di Articolo 1 presso il Comipa (Comitato misto paritetico per le servitù militari): «I denari del Recovery Fund ci potranno dare una mano per procedere alle bonifiche delle aree occupate dalle servitù militari e dei siti industriali dismessi».
Da Eugenio Lai, infine, un appello a tutte le forze politiche: «Lasciamo da parte le polemiche e lavoriamo insieme a un progetto comune per rilanciare l’economia sarda e restituire speranza ai nostri giovani».