«Anche gli autotrasportatori della Sardegna che, dall’inizio dell’emergenza sanitaria da Coronavirus sino ad oggi hanno continuato a garantire il servizio di trasporto di beni essenziali come generi alimentari e farmaceutici, devono essere sostenuti economicamente dalla Regione Sardegna. Sappiamo bene che questa categoria di lavoratori, più di altre, è stata penalizzata dalle misure di contenimento e dalla riduzione del volume d’affari dovuta al crollo delle esportazioni e delle lavorazioni industriali. Oggi i tir merci stanno continuando a viaggiare effettuando i viaggi di andata completamente vuoti, quindi in totale perdita. Le difficoltà che stanno affrontando gli operatori del settore sono legate ai costi dei traghetti, del gasolio e dei transiti autostradali e, talvolta, anche al mancato pagamento da parte dei committenti, in crisi anch’essi. È quindi opportuno che la Regione valuti l’adozione di forme di sostegno immediato per permettere agli autotrasportatori di non fermarsi. È necessario prevedere subito degli indennizzi per il mancato reddito dovuto ai numerosi viaggi a vuoto e l’esonero dai costi del traghetto.»
Queste le proposte al centro della mozione presentata dal consigliere regionale del M5S Roberto Li Gioi (sottoscritta dai consiglieri del M5S Desirè Manca, Michele Ciusa ed Alessandro Solinas) che impegna il presidente Christian Solinas e la Giunta ad adottare al più presto misure di sostegno finanziario per il comparto degli autotrasportatori della Sardegna.
«Ogni giorno gli scaffali dei nostri supermercati e delle nostre farmacie si riempiono grazie al lavoro degli autotrasportatori. Lavoratori che nonostante le difficoltà e i rischi di contagio, non hanno mai smesso di viaggiare garantendoci l’approvvigionamento dei prodotti ortofrutticoli freschi e di tutti i beni di prima necessità di cui non possiamo fare a meno. Ma i nostri doverosi ringraziamenti non bastano – conclude Roberto Li Gioi – occorrono provvedimenti seri affinché le merci continuino ad arrivare nella nostra isola, e soprattutto affinché la categoria già stremata dall’emergenza epidemiologica in corso, non subisca un colpo che potrebbe essere mortale.»