«Prestazioni non erogate ma che verranno in ogni caso pagate a carissimo prezzo alle più grandi cliniche private della Sardegna. È questo quello che sta accadendo nella nostra regione in piena emergenza epidemiologica ma, soprattutto, in piena crisi economica. Mentre migliaia di famiglie sarde sono già sul lastrico e faticano a racimolare i quattrini per fare la spesa, la Giunta regionale della Sardegna ha deciso arbitrariamente di pagare le tre cliniche private diventate interamente dedicate ai pazienti Covid-19 a prescindere dal numero dei ricoveri e dalle prestazioni effettivamente erogate. Che i letti restino vuoti o vengano occupati, per la giunta non fa alcuna differenza, le casse delle cliniche private hanno chiesto e ottenuto che la Regione paghi la disponibilità, il pieno per il vuoto. L’auspicio è ovviamente quello che i letti delle strutture Covid-19 restino vuoti, ma non possiamo tollerare che la popolazione venga privata di risorse finanziarie che potrebbero essere meglio impiegate a sostegno dell’economia e delle famiglie della nostra isola.»
Il consigliere regionale del M5S si accinge a presentare un’interrogazione per conoscere i criteri di scelta adottati dalla Giunta per le strutture Covid-dedicate.
«Ma l’aspetto che più fa indignare di questa vicenda – sottolinea il consigliere regionale pentastellato – è che la Regione abbia scelto le strutture ospedaliere private accreditate, Mater Olbia, Policlinico di Sassari, e Policlinico Città di Quartu, quali strutture Covid-dedicate, senza aver nemmeno valutato la possibilità di utilizzare gli ospedali pubblici, né tantomeno aver avviato una procedura di confronto dei costi. Senza alcun metro di paragone si è deciso di pagare una diaria ospedaliera che va dai 250 ai 900 euro.»
«Non crediamo affatto che le cliniche private siano state scelte perché consentivano un notevole risparmio al sistema sanitario regionale – aggiunge Roberto Li Gioi -. La delibera di giunta, cliccabile e quindi consultabile soltanto da ieri, dice tutt’altro. Anche perché come abbiamo già avuto modo di notare in questi giorni convulsi, alcune di queste cliniche non sono affatto pronte a far fronte all’emergenza. Il Mater Oblia ha infatti addirittura avviato la ricerca del personale medico e infermieristico necessario. In particolare chiedo al Governatore la massima trasparenza su quanto sta avvenendo in Gallura. La popolazione ha il diritto di conoscere il numero dei pazienti ricoverati, sapere in quali strutture si trovano e in quali reparti. Se davvero la scelta della Regione prevede il risparmio, dobbiamo escludere la possibilità che gli ospedali Covid-19 stiano lavorando al dieci per cento delle loro possibilità mentre la sanità pubblica è costretta a farsi carico di una mole di lavoro triplicatasi da quando il Mater Olbia è diventata struttura Covid-19.»
«Purtroppo – conclude conclude Roberto Li Gioi – quanto ho denunciato in un’interrogazione presentata quattro giorni fa si è verificato: la riapertura dell’Ospedale Giovanni Paolo II di Olbia è stata prematura. Oggi abbiamo infatti appreso che i tamponi eseguiti su due medici hanno dato esito positivo, e poiché si tratta di persone che hanno lavorato all’interno della struttura per ben tredici giorni, sia prima della sanificazione che dopo, il rischio contagio è nuovamente ai livelli di guardia. La Regione non può continuare a tenerci all’oscuro. Pretendiamo la massima trasparenza.»