«Era il 13 luglio 2020, quando l’assessore alla Sanità Mario Nieddu, durante un incontro con le sigle sindacali dei pensionati, ha precisato di avere già pronto un piano per l’abbattimento delle liste d’attesa con una dotazione di 20 milioni di euro per l’incremento delle prestazioni specialistiche. Ebbene, stando al travagliato percorso a ostacoli che, ancora oggi, devono affrontare i sardi per prenotare una visita urgente, chiedo all’assessore Mario Nieddu che fine abbiano fatto queste risorse destinate alla sanità pubblica. Il Piano presentato un anno fa per la riduzione dei tempi d’attesa sembrerebbe naufragato del tutto.»
La consigliera regionale Desirè Manca (M5S) ha presentato un’interrogazione urgente al presidente della Regione Christian Solinas e all’assessore della Sanità Mario Nieddu, per chiedere quali atti e misure intendano mettere in campo per sbloccare le liste d’attesa, ma soprattutto per sapere in che modo siano stati spesi i venti milioni di euro che l’assessore alla Sanità ha dichiarato di aver destinato a tale scopo.
«A tal proposito – aggiunge Desirè Manca – sono sempre di più le segnalazioni che ricevo quotidianamente da parte di cittadini che non riescono ad ottenere un appuntamento per una visita specialistica in tempi adeguati alla gravità dei sintomi e alla problematica. Il blocco delle visite ambulatoriali riguarda persino il reparto di Pneumologia, nel quale, a Sassari, ai pazienti vengono proposti appuntamenti tra otto mesi. L’attività ambulatoriale è ridotta perché il reparto di Pneumologia è stato convertito in reparto Covid.»
«Quindi – conclude Desirè Manca – nonostante le rassicurazioni dell’assessore Mario Nieddu, le tempistiche sono rimaste tali e quali all’inizio dell’emergenza: vergognose. Senza nulla togliere ai malati di covid, ci sono tantissimi sardi che stanno rinunciando a curarsi, che stanno rinunciando alla prevenzione, che arrivano ad effettuare esami salvavita quando ormai le loro condizioni di salute sono disperate. Perciò, mi chiedo dove siano finiti i fondi destinati a superare questo stallo inaccettabile e dalle conseguenze gravissime.»