«Il progetto di installazione delle colonnine di ricarica per le auto elettriche sul territorio regionale fa parte di un programma di intervento portato avanti sin dal 2015 da Regione Sardegna e Università di Cagliari, con il coinvolgimento di tutti i soggetti pubblici interessati. Un lavoro puntuale e condiviso che trova spazio all’interno del Piano per la mobilità elettrica regionale approvato con una delibera di Giunta del 2018, in cui si precisa che la proprietà dell’infrastruttura è della Regione Sardegna. Il Movimento 5 Stelle è da sempre promotore e sostenitore dello sviluppo sostenibile. Ma oggi, abbiamo l’obbligo di denunciare le dubbie finalità di questo protocollo d’intesa, che presta il tema della mobilità elettrica alla speculazione economico-politica. La Regione, sembrerebbe aver snaturato un progetto già esistente adducendo motivazioni di risparmio nella scelta di affidarlo ad un soggetto privato, ma a guardare bene il protocollo d’intesa con Enel X un risparmio non c’è. Ma, soprattutto questo protocollo d’intesa è carente sotto tutti gli aspetti: non viene definito quale tecnologia Enel X dovrà utilizzare, non viene specificato di chi sarà la proprietà dell’infrastruttura e, soprattutto, non vengono specificati gli impegni di spesa da parte di ciascun attore.»
A dichiararlo è stato il consigliere regionale del Movimento Cinque Stelle, Michele Ciusa, che ha presentato un’interrogazione al presidente Christian Solinas e all’assessora dell’Industria, Anita Pili.
«Purtroppo – ha aggiunto Michele Ciusa – l’attuale Giunta ha deciso di stravolgere questo piano e di affidare la realizzazione dell’opera ad una società privata, la Enel X, senza gara d’appalto ma attraverso una mera manifestazione di interesse. Siamo veramente preoccupati per quanto accaduto, poiché la stipula del protocollo, non vincolante, tra Regione e Enel X, presentata come una notizia positiva dell’assessora dell’Industria Anita Pili nasconde lati poco rassicuranti e per niente trasparenti. La Regione Sardegna ha di fatto dato carta bianca a un operatore privato, senza aver ricevuto garanzie di alcun tipo sul tipo di opera che verrà realizzata. Per questo chiediamo spiegazioni e pretendiamo la massima trasparenza.»
Antonio Caria