29 anni fa la strage di via D’Amelio, nella quale persero la vita il giudice Paolo Borsellino e i 5 agenti della scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.
Dopo la strage di Capaci, nella quale perirono il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta, a distanza di 57 giorni avvenne la strage di via D’Amelio.
Paolo Borsellino era perfettamente consapevole che dopo la morte di Giovanni Falcone, sarebbe andato incontro allo stesso destino. Impiegò il breve tempo che gli restava da vivere, in un lavoro incessante e massacrante.
Egli doveva portare a termine il lavoro fatto da Giovanni Falcon, tutto annotato nella sua agenda rossa che venne fatta sparire subito dopo l’esplosione.
La figura di Paolo Borsellino e del suo carissimo amico e collega Giovanni Falcone sono sempre presenti nella nostra società e, soprattutto, tra i giovani che hanno sposato appieno i loro insegnanti, ergendosi a numi tutelari a difesa della democrazia e della libertà.
Armando Cusa