Fu il primo docente universitario di Linguistica sarda e, certamente, è stato anche il primo intellettuale nell’isola ad affrontare i problemi delle minoranze linguistiche. A trent’anni dalla scomparsa, la comunità di Bonorva tributa alla memoria di Antonio Sanna una giornata dedicata alla figura dello studioso e dell’uomo, attraverso le testimonianze di docenti, amici e familiari che con lui condivisero momenti di vita e di lavoro.
Sabato 31 luglio alle 18.30, nella Sala Consiliare Valentino Fozzi, si terrà l’incontro dal titolo “Antonio Sanna. Un bonorvese illustre”, organizzato dall’Istituto Camillo Bellieni di Sassari assieme al Comune di Bonorva e in collaborazione con la Pro Loco.
L’evento prenderà il via con i saluti istituzionali del sindaco Massimo D’Agostino e dell’assessora alla Cultura, Laura Di Settimio, per lasciare spazio alla proiezione di un video omaggio al ricordo di Sanna.
Nel corso dell’incontro, moderato da Lucia Sechi, interverranno Attilio Mastino, già Rettore dell’Università di Sassari, Leopoldo Ortu, già docente di Storia della Sardegna all’Università di Cagliari e collega dell’illustre bonorvese, quindi Michele Pinna, direttore scientifico dell’Istituto Camillo Bellieni, e Maurizio Virdis, docente di Linguistica sarda nell’Ateneo cagliaritano, che di Sanna fu allievo e collaboratore.
Altre toccanti testimonianze saranno presentate da Nicoletta Sanna, figlia di Antonio, mentre la chiusura dei lavori e i saluti conclusivi sono affidati a Maria Doloretta Lai, presidente dell’Is.Be, istituzione nata oltre trent’anni fa e da allora sempre impegnata nella tutela e valorizzazione della lingua e della cultura sarda.
Antonio Sanna nacque a Bonorva nel 1918 e, subito dopo la licenza liceale e l’iscrizione alla Facoltà di Lettere si ritrovò a combattere in Africa in piena Seconda guerra mondiale. Ferito e fatto prigioniero dagli inglesi, fu deportato in India per sei anni, ma seppe trasformare lo stato di detenzione in opportunità, interessandosi profondamente di cultura indiana. Al rientro in patria si laureò con una tesi sulla letteratura vedica, per poi vincere il concorso di assistente della cattedra di Filologia romanza, lavorando al fianco di
Giandomenico Serra e poi di Alberto Dal Monte.
Nel 1954 la RAS istituì la prima cattedra di linguistica sarda, e lui ne ricevette l’incarico, organizzandone l’insegnamento e i programmi di ricerca. La sua prima preoccupazione fu di dare dignità e individualità scientifica alla nuova disciplina, che non aveva una tradizione in ambito accademico. Negli anni successivi diresse l’Istituto di Filologia moderna.
Primo in Sardegna ad affrontare i problemi delle minoranze linguistiche alla fine degli anni ’60, si occupò del recupero e della valorizzazione del sardo avviando ricerche di sociolinguistica e sperimentazione glottodidattica. Egli volle affrontare i complessi problemi relativi alla disciplina attraverso un esemplare lavoro di carattere didattico, l’“Introduzione agli studi di linguistica sarda”. Notevole fu anche il contributo offerto al rinnovamento linguistico e tematico del “Premio Città di Ozieri”, di cui si occupò per oltre un ventennio. L’evento in sua memoria si terrà nel rispetto delle normative anti-Covid.