«La foresta non c’è più. Così come le vigne, gli uliveti. Eppoi case e aziende agricole distrutte e animali uccisi dal fuoco. Ventimila ettari di cenere. Nei 13 centri dell’Oristanese colpiti dall’incendio andato avanti per tre giorni si comincia a fare la conta dei danni. Per il momento nulla di ufficiale anche se qualcuno ipotizza una cifra superiore al miliardo di euro. Una prima ipotesi dato che dovrà essere effettuato il censimento di tutto ciò che è stato distrutto dal fuoco alimentato dai 40 gradi di temperatura e dal vento». (Davide Madeddu, “Il Sole 24Ore”, 27 luglio 2021)
Queste righe ben sintetizzano la tragica situazione che si è creata nei 13 paesi del Montiferru in cui i recenti paurosi incendi hanno apportato danni al patrimonio ambientale generale (boschi, terreni, animali, case), che non sono quantificabili solo in termini di perdita di valori economici ma anche di annientamento di un conosciuto, familiare “paesaggio umano” che sarà impossibile ricostruire.
Tutti abbiamo visto le drammatiche immagini di devastazione trasmesse dalle Tv e quelle registrate da testimoni armati di videocamera che le hanno diffuse nei social. Tutti siamo rimasti ammirati per la mobilitazione di quanti, addetti professionali e volontari, si sono impegnati con coraggio per cercare di sottrarre qualche porzione di territorio e qualche branco di bestiame alla furia delle altissime e velocissime lingue di fuoco sospinte dal vento impetuoso e impietoso.
La F.A.S.I., la Federazione che aggrega 70 Circoli di sardi emigrati, che riunisce quindi migliaia di soci originari della Sardegna e di amici dell’isola, ha dato indicazioni ai Circoli affiliati per organizzare il
coordinamento di una concreta solidarietà: una raccolta di fondi da utilizzare per interventi di“riparazione” dei danni che saranno concordati con i Comuni colpiti dalle terribili distruzioni.
Saranno sicuramente necessarie analisi spassionate delle cause di questo ennesimo disastro ambientale che ha colpito la Sardegna (dopo le passate alluvioni invernali, ecco puntuali gli incendi estivi). In questo frangente la priorità per la nostra Federazione è di operare per concretizzare in pieno i nostri sentimenti di vicinanza al dramma che ha colpito le 13 comunità sarde.
A questo proposito, la F.A.S.I ha lanciato la proposta che tutti i Circoli si rivolgano ai propri Soci e alle associazioni ed enti dei propri territori invitandoli a collaborare, con un contributo concreto, con i Comuni che dovranno sanare, per quanto possibile, le “ferite” causate dal fuoco.
Come per l’Emergenza BITTI, la F.A.S.I. ha istituito un conto corrente dedicato in cui raccogliere i fondi di solidarietà. Persone, aziende, associazioni e chiunque altro lo desideri, potrà fare così la propria offerta di aiuto.
Invitiamo tutti i Circoli e i loro Soci ad attivarsi per la raccolta di fondi. Le risorse economiche, sperabilmente significative dal punto di vista della quantità, verranno convogliate verso interventi stabiliti in accordo con gli organi amministrativi dei Comuni toccati dalla tragedia.
Tutti gli importi donati, così come il loro utilizzo, saranno documentati sul Sito F.A.S.I. http://www.fasi-italia.it/ così da garantire a ciascun donatore la tracciabilità degli importi.
Serafina Mascia, presidente della F.A.S.I.