Sulla grave emergenza determinata nel sistema sanitario regionale dalla carenza di medici di famiglia, completamente assenti in numerosi piccoli Comuni, interviene oggi Gavino Carta, segretario regionale della CISL.
«La Regione Sardegna recuperi il grave ritardo sulle assegnazioni dei medici di famiglia – attacca Gavino Carta -. La situazione complessiva della sanità in Sardegna, amplificata in termini negativi dalla Pandemia, richiede uno sforzo straordinario della politica e della Giunta Regionale, per non far precipitare la qualità dell’assistenza alle persone, in particolare per le cure da destinare agli anziani ed ai soggetti fragili. Come CISL Sarda abbiamo più volte evidenziato che qualsiasi riforma della sanità debba necessariamente contenere una tangibile e concreta attenzione verso il territorio, quale presidio organizzativo e funzionale fondamentale del sistema di prevenzione e cura delle persone.»
«Con le riforme attuate e calibrate sul territorio vanno accompagnate scelte innovative sulla prevenzione, sulla medicina territoriale che anticipa e alleggerisce l’ospedale come unica risposta assistenziale e, non ultimo, potenzia le sinergie tra pubblico e privato con l’integrazione dei sistemi sanitari e socio assistenziali – aggiunge Gavino Carta -. In questa direzione va fatto ogni utile sforzo per definire le criticità presenti nella prossimità del sistema, in primis per quanto riguarda la copertura delle posizioni vacanti relative ai medici di famiglia. Gli oltre mille medici di famiglia in Sardegna rappresentano una frontiera di difficoltà e disagio che va rafforzata e migliorata, anche con scelte innovative. Le sedi carenti sono state nel tempo coperte in maniera provvisoria ed inappropriata, i piccoli comuni sono rimasti e restano troppo spesso con una scarsa continuità assistenziale e di presidio, mentre i nuovi bandi per le assegnazioni stabili e certe delle sedi sono ancora bloccati o in forte ritardo.»
«Permangono carenze del sistema pluriennali e le sedi scoperte, nonostante il nuovo bando del 2021, sono più di 170, con dati ancora da perfezionare e sempre in evoluzione per via del mancato turn over. La problematica ha certamente anche una dimensione nazionale, ma il tema delle zone interne e delle sedi svantaggiate deve trovare una risposta in Sardegna non più rinviabile, per evitare che a pagare il prezzo più alto in termini di salute siano gli anziani ed i più fragili. A tal fine – conclude Gavino Carta -, occorre promuovere con urgenza un’iniziativa unitaria di CGIL CISL UIL e dell’Associazione dei Comuni nei confronti della Regione, per la quale fin d’ora come CISL sarda ci attiveremo.»