«Ieri, Agnese Foddis, il Commissario straordinario dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Cagliari, ha chiesto ai cittadini di evitare di recarsi al Pronto soccorso in caso di patologie facilmente trattabili dai medici di base e dalle guardie mediche. Un appello lanciato alla luce del grande afflusso di utenti nei Pronto soccorso cittadini in queste calde giornate di fine agosto in cui gli ospedali cagliaritani sono più che in affanno: lunghe file di ambulanze in attesa nei piazzali stanno mostrando ancora una volta la mala organizzazione della nostra Sanità. Alle porte di settembre, a Cagliari sono ancora aperti soltanto due Pronto Soccorso su quattro, quelli dell’Ospedale Brotzu e del Policlinico di Monserrato. Ci troviamo in una situazione intollerabile, considerato che il terzo Pronto soccorso cagliaritano, quello dell’Ospedale Marino di Cagliari, avrebbe dovuto riaprire il 4 giugno scorso. Questi erano i piani operativi comunicati lo scorso 26 maggio dall’ATS e purtroppo mai attuati. Un ritardo inconcepibile che oggi, a fine agosto, e con la curva dei contagi in picchiata, sta mostrando i gravi effetti di una mala gestione della sanità a livello regionale.»
Questo l’intervento del capogruppo del M5S Michele Ciusa che già lo scorso 28 giugno aveva sollecitato Regione e ATS affinché venisse programmata la gestione delle emergenze. Un passaggio necessario a decongestionare gli ospedali dell’area metropolitana.
«Le lunghe file di ambulanze in attesa stanno mettendo a dura prova il personale medico e sanitario che si trova ancora una volta costretto a operare in condizioni di lavoro altamente stressanti. Sembra incredibile – aggiunge il capogruppo pentastellato – ma, purtroppo, la realtà è che il Pronto soccorso dell’Ospedale sul lungomare non ha mai aperto.»
«A pagare sono come sempre i cittadini sardi. Eppure sappiamo perfettamente che il notevole afflusso di pazienti nei Pronto soccorso cittadini si verifica perché mancano i presidi sanitari sul territorio. Sono troppi i paesi della Sardegna privi di medico di base e guardie mediche – conclude Michele Ciusa -. Comprendiamo appieno la preoccupazione della Commissaria Foddis, ma abbiamo il dovere di sottolineare che se i cittadini non possono rivolgersi né ai medici di base né alle Guardie mediche continueranno a recarsi nei Pronto soccorso.»