«L’impugnazione della L.R. 6/2020 disposta ieri dal Consiglio dei ministri rischia di penalizzare i giovani medici della Sardegna. Sarebbe assurdo e drammatico se per questo motivo non fosse possibile concedere le borse di studio per la scuola di specializzazione medica a partire da quest’anno. L’emergenza sanitaria che stiamo vivendo ha reso ancora più evidente la necessità di aumentare i medici specialisti negli ospedali della Sardegna e sarebbe grave nei confronti dei giovani medici che attendono di poter continuare la loro formazione per poi mettersi al servizio della propria comunità e dei sardi.»
Lo scrive, in una nota, Francesco Agus, capogruppo dei Progressisti in Consiglio regionale.
«La norma approvata nel mese di marzo ha l’obiettivo prioritario di favorire la permanenza dei medici formati con risorse regionali, aggiuntive rispetto a quelle statali, nelle strutture del Servizio sanitario sardo – aggiunge Francesco Agus -. Con queste premesse il Consiglio era riuscito ad unificare le proposte presentate dall’opposizione e dalla maggioranza e ad approvare una legge regionale che avrebbe permesso di formare oltre 190 nuovi specialisti all’anno.»
«Tecnicamente l’impugnazione verte sul requisito d’accesso che prevedeva l’aver mantenuto la residenza in Sardegna per almeno dieci anni negli ultimi venti, clausola ritenuta eccessiva dai funzionari statali – sottolinea il capogruppo dei Progressisti –. Non possiamo permetterci di perdere altro tempo: sarebbe saggio se il Consiglio regionale modificasse su questo punto la norma già la settimana prossima e rimuovesse l’oggetto del contendere in modo da consentire l’assegnazione delle borse di studio già da quest’annualità.»
«Non siamo disponibili, però, a rinunciare all’obiettivo finale della legge, che rimane quello di garantire agli ospedali sardi che i medici formati con le borse di studio regionali svolgano la loro attività lavorativa nell’Isola nei 5 anni successivi al conseguimento della specializzazione. Ciò per evitare, come è accaduto in passato, che medici specializzati in Sardegna vadano a lavorare altrove e lascino sguarnite le corsie degli ospedali sardi – conclude Francesco Agus -. È un tema strettamente connesso con le nostre peculiarità che non può non essere difeso dalla Regione davanti alla Corte Costituzionale.»