La storia di tre famiglie nella provincia dello Sichuan con il minimo comune denominatore del rischio dell’estinzione delle api. È “Earth Muted”, girato in Cina dal trio svedese formato da Asa Ekman, Oscar Hedin e Mikael Kristersson, il film vincitore della sezione lungometraggi ambiente del festival Life After Oil. L’ottava edizione del concorso ideato da Massimiliano Mazzotta si è chiusa ieri (domenica 26 settembre) a Villanovaforru con una lunga cerimonia di premiazione che come al solito ha vissuto il suo momento più atteso, quello finale, con l’assegnazione del riconoscimento per i lungometraggi intitolato a Giuseppe Ferrara che quest’anno vedeva impegnati in giuria il regista Lorenzo Hendel, il critico cinematografico Giampiero Raganelli e il giornalista Pietro Dommarco. Resta invece in Sardegna il premio dedicato da questa edizione a Valentina Pedicini, quello dei mediometraggi della categoria diritti umani, con l’affermazione di “Inferru” di Daniele Atzeni che con materiale d’archivio racconta la storia mineraria del Sulcis e ha convinto più degli altri in concorso i giurati: il regista Michael Niermann, la produttrice Barbara Conforti e lo scienziato Annibale Biggeri.
Per quanto riguarda i cortometraggi nella sezione ambiente, giudicata dal regista Andrea Mura, dalla giornalista Valeria Serra e dalla critica Adriana Rosati, ha vinto l’iraniano “Gando” di Teymour Ghaderi con una menzione speciale per il coreano “Cefalea” di Hyejin Kim. I corti diritti umani hanno visto trionfare “Pugni chiusi” di Alessandro Best, ma la giuria formata da Carlotta Lucato, direttrice del Posada Film Fest, dal giornalista Luca Mirarchi e dal fotoreporter Gabriele Torsello ha voluto assegnare una menzione anche a “Damp Paper” del turco Muhammet Emin Altunkaynak. Tra le animazioni, visionate dalla consulta giovanile di Villanovaforru, ha conquistato il premio “This Side, Other Side” dell’iraniana Lida Fazli, mentre tra gli sperimentali votati da un gruppo di studenti del Conservatorio di Cagliari coordinati dal docente Daniele Ledda il premio è andato “Lama” della brasiliana Virginia De Ferrante. Significativo poi, nella sezione World Panorama, la vittoria di “Inverno” di Giulio Mastromauro scelto da un gruppo di migranti del Centro di accoglienza straordinaria coinvolti come giurati dall’organizzazione del festival.
A completare il palmares le menzioni date da alcune associazioni vicine a Life After Oil: Emergency Sassari ha segnalato “Batyr” della kazaka Yelena Lissassina, Italia Nostra “Smile of the Mask” dell’iraniano Abbas Ghazali, Medicina Democratica “It’s Look Sunshine” del coreano Kim Seunghwan, il WWF Sassari “Osmildo” del brasiliano Pedro Daldegan.