«L’Hospice è un luogo molto particolare, in cui lo stato d’animo di chi entra, come paziente talvolta, come familiare sempre, è la consapevolezza. I familiari del paziente che viene accolto nell’Hospice conoscono perfettamente le condizioni di salute del loro caro. Sanno che ci saranno momenti difficili, fisicamente ed emotivamente, ma proprio per questo vorrebbero assicurare al proprio congiunto un’assistenza che sia fatta di cure mediche e di attenzione costante.»
Lo scrive su Facebook la deputata sarda di Centro democratico, Mara Lapia, che aggiunge: «Nei giorni scorsi ho visitato l’Hospice di Oristano “dott.ssa Angela Nonnis”, una struttura gestita proprio con queste attenzioni e cure, grazie all’impegno e alla professionalità dei medici e del personale che ci lavora, che utilizzando nel modo migliore i soldi pubblici, hanno reso accogliente la struttura. Piccoli ma grandissimi accorgimenti, come una poltrona letto nella stanza del paziente per consentire a un familiare di trascorrere la notte comodamente. Il comfort di una cucina in cui magari poter preparare un pasto caldo per un improvviso desiderio del malato da assecondare. La televisione per guardare insieme quel vecchio film».
«A Nuoro – denuncia ancora Mara Lapia – ancora si aspetta che la Foresteria venga messa a disposizione dei familiari dei pazienti ricoverati nell’Hospice lì accanto. Foresteria che era stata allestita con grande generosità dei volontari di Kairos amici dell’Hospice, grazie al contributo economico di privati cittadini, organizzata per accogliere i parenti dei degenti, proprio con gli stessi principi di quella che ho visitato a Oristano.»
«Ma l’Ats – conclude Mara Lapia – in totale spregio del benessere e della dignità dei malati, dell’impegno dei volontari, nonostante le promesse ha deciso di destinare la Foresteria ad altro uso. Mi chiedo fino a quando i familiari dei pazienti dell’Hospice di Nuoro dovranno dormire sulle sedie per stare accanto ai loro familiari, dovranno andare a cercarsi un locale per consumare un pasto caldo. È davvero così complicato mantenere una promessa fatta ai malati?»
Antonio Caria