Without Coloro, lo spettacolo. Interpretato da quattro danzatori che si confrontano e si scoprono ironizzando sulle loro differenze, con corpi totalmente diversi che giocano. Protagonista assoluto infatti è il corpo, e la sua pelle. La pelle come vestito primario dell’uomo sul quale tutto si prova, si sperimenta, si sedimenta e deposita. Dentro e fuor di metafora. La grande fisicità dei danzatori viene esaltata dalle partiture di gesti della coreografia. Ogni danzatore racconta qualcosa della sua vita. La partitura gestuale degli interpreti non è mai banale così pure ogni minimo suono e oggetto diventa significante per lo spettatore. Ci sono tante e significative differenze tra diverse culture ma esistono anche molti tratti in comune e vengono definiti universali culturali: il tabù dell’incesto, la danza, lo sport, l’ornamento del corpo. L’esistenza degli universali culturali è spiegabile, secondo molti antropologi, con le costanti fisiologiche che caratterizzano la specie umana: l’esistenza di due sessi, la debolezza fisica dei bambini, il bisogno di cibo, etc. Ma l’uomo, nonostante tutto, è da sempre artefice di una palese apologia del proprio colore della pelle. In passato, e inspiegabilmente ancora oggi, proprio quel diverso colore di pelle ci fatto dimenticare spesso di appartenere allo stesso grande insieme, l’umanità. Oggi dobbiamo imparare a essere uomini e umani, qualsiasi sia il nostro colore della pelle.
Il progetto. Danza e inclusione sociale è un progetto, triennale, promosso dal Comune di Selargius assessorato Cultura e Spettacolo, con il sostegno della Fondazione di Sardegna, della RAS, Ce.D.A.C. Sardegna, ASMED Balletto di Sardegna, Maya Inc. Soc. Coop. e in collaborazione con e-Motion Gruppo Phoenix, e organizzato con l’ausilio dell’Associazione Enti Locali per le Attività Culturali e di Spettacolo, prevede un calendario di laboratori e appuntamenti che si concluderanno a fine dicembre. Dopo il MaDIS, Master in Danza e Inclusione Sociale, ora nell’anno 2021 si prosegue con la terza annualità del progetto, con la “danza per la comunità”: un programma di attività di residenza e di messa in scena con danzatori professionisti e non, con la partecipazione della popolazione e di fasce socialmente deboli.
«Siamo pronti a intraprendere l’ultima tappa di un cammino iniziato tre anni fa, che ha visto il nostro territorio protagonista di un progetto capace di fare delle diversità un valore aggiunto, attraverso l’arte e in particolare la danza, rendendole strumenti fondamentali per guardare oltre – dice Gigi Concu, sindaco di Selargius –. Oltre cioè i limiti creati dalla società, ancora troppo spesso incapace di includere i soggetti deboli, dando loro il meritato e dovuto ruolo di attori attivi all’interno delle comunità. Un obiettivo che, come dimostrato dai vari enti e dalle associazioni con le quali abbiamo lavorato fino a oggi, si può perseguire con determinazione e che non può prescindere dalla formazione di personale qualificato capace di trasformare il limite in potenzialità.»
«Come presidente dell’Associazione sono orgoglioso di aver partecipato alla realizzazione di un progetto che ha non solo finalità artistiche e culturali, ma che ha un importante risvolto sociale per l’intera comunità, ma soprattutto per il territorio – aggiunge Graziano Milia, presidente Associazione Enti Locali per lo Spettacolo –. Il mio auspicio è che sempre più Comuni diano vita a queste iniziative.»