«I dati parlano chiaro, i livelli occupazionali in Sardegna registrano numeri allarmanti, e la notizia che la procedura di acquisizione del gruppo Sanac da parte della Arcelor Mittal, oggi Acciaierie d’Italia, vincitrice del bando e assegnataria della gara pubblica con decreto del MISE del marzo 2019, che si sarebbe dovuta concludere il 30 settembre scorso, data ultima per l’acquisizione, sia andato deserto, desta ulteriori e forti preoccupazioni per i lavoratori della Sanac, stabilimento di Assemini, dove trovano impiego circa 100 dipendenti tra diretti ed indotto.»
Lo dichiara il consigliere regionale del Partito Democratico, Piero Comandini, che aggiunge: «ancora una volta le cose non sono andate per il verso giusto, e ci si chiede come sia stato possibile visto che il 60% del materiale refrattario fornito alla Società Acciaierie d’Italia proviene proprio dallo stabilimento Sanac di Assemini che fino a qualche mese fa stava vivendo un periodo fortemente positivo dal punto di vista produttivo, basti pensare agli ottimi risultati produttivi e occupazionali raggiunti in questi primi mesi del 2021 (20% in più di produzione, + 45% di spedizioni, una maggiore redditività di circa 2 miliardi di euro, con una stabilizzazione occupazionale di 8 lavoratori e l’assunzione di 11 lavoratori a tempo determinato con vari e importanti investimenti)».
«Purtroppo – ribadisce Piero Comandini – da giugno scorso le commande da parte della Società Acciaierie d’Italia sono fortemente calate e se questa situazione si protrarrà nel tempo, ci saranno notevoli problemi occupazionali, con un forte incremento della Cigs e con una possibile chiusura di siti produttivi, con conseguenze negative anche sul futuro dell’intera area industriale di Macchiareddu per la quale si auspica un rilancio.»
Piero Comandini si appella al presidente della Regione e all’assessore dell’Industria, Anita Pili, affinché «intervengano attivamente con il Mise, in sinergia con tutte le parti interessate, affinché venga ascoltata la voce di ogni piccola realtà il cui destino dei lavoratori dipende dall’acquisizione del gruppo Sanac da parte di Acciaierie d’Italia, l’indizione di una nuova gara potrebbe costare caro ai lavoratori e alla sopravvivenza del gruppo stesso in quanto i tempi per il nuovo bando potrebbero essere di circa 10 mesi».
Lo dichiara il consigliere regionale del Partito Democratico, Piero Comandini, che aggiunge: «ancora una volta le cose non sono andate per il verso giusto, e ci si chiede come sia stato possibile visto che il 60% del materiale refrattario fornito alla Società Acciaierie d’Italia proviene proprio dallo stabilimento Sanac di Assemini che fino a qualche mese fa stava vivendo un periodo fortemente positivo dal punto di vista produttivo, basti pensare agli ottimi risultati produttivi e occupazionali raggiunti in questi primi mesi del 2021 (20% in più di produzione, + 45% di spedizioni, una maggiore redditività di circa 2 miliardi di euro, con una stabilizzazione occupazionale di 8 lavoratori e l’assunzione di 11 lavoratori a tempo determinato con vari e importanti investimenti)».
«Purtroppo – ribadisce Piero Comandini – da giugno scorso le commande da parte della Società Acciaierie d’Italia sono fortemente calate e se questa situazione si protrarrà nel tempo, ci saranno notevoli problemi occupazionali, con un forte incremento della Cigs e con una possibile chiusura di siti produttivi, con conseguenze negative anche sul futuro dell’intera area industriale di Macchiareddu per la quale si auspica un rilancio.»
Piero Comandini si appella al presidente della Regione e all’assessore dell’Industria, Anita Pili, affinché «intervengano attivamente con il Mise, in sinergia con tutte le parti interessate, affinché venga ascoltata la voce di ogni piccola realtà il cui destino dei lavoratori dipende dall’acquisizione del gruppo Sanac da parte di Acciaierie d’Italia, l’indizione di una nuova gara potrebbe costare caro ai lavoratori e alla sopravvivenza del gruppo stesso in quanto i tempi per il nuovo bando potrebbero essere di circa 10 mesi».
Antonio Caria