Azioni di protesta e di lotta presso il Palazzo regionale se non verranno messe a disposizione le risorse sufficienti a salvare buona parte degli sportelli linguistici comunali e sovracomunali, rimasti esclusi dopo tanti anni di impegno, dedizione e competenze maturate.
È questa la dura presa del Colcs, il Coordinamentu Operadores de Limba e Cultura Sarda, rappresentato da Daniela Masia, chiede con forza di integrare le risorse per gli sportelli ai quali è stato negato il finanziamento, a causa di carenza di fondi, dai contributi finanziari del 2021.
Una sorta di ultimatum che arriva a circa due mesi dalla lettera aperta firmata da cento sindaci ed inviata al presidente Christian Solinas.
L’integrazione richiesta alla RAS, è relativa al finanziamento sui fondi della 482 del 99 e della Legge regionale 22 del 2019. «Senza le attività degli sportelli linguistici – affermano gli operatori – la vocazione stessa della 482 viene a mancare.»
Al momento, spiegano dal Colcs, sono state tagliate fuori numerose aree che storicamente svolgono importanti attività di promozione e valorizzazione linguistica, nonostante abbiano presentato progetti ritenuti validi e ammissibili. Zone come il Logudoro ed il Meilogu, il Terralbese e l’Unione dei Comuni dei Fenici, il Parteolla e il Basso Campidano, per arrivare alla Comunità Montana del Nuorese Gennargentu Supramonte Barbagia passando per l’Unione Comuni del Montalbo, il Marghine ed il Goceano.
«Il lavoro svolto nella maggior parte di questi territori ha trovato la sua efficacia grazie al suo carattere non occasionale, ma permanente – ha spiegato Daniela Masia -. La cessazione delle attività di sportello, oltre a essere avvertita negativamente dalle comunità interessate, metterebbe a rischio molti posti di lavoro, e con essi il patrimonio di competenze, di professionalità e valorizzazione linguistica che gli operatori svolgono con profonda responsabilità.»
È questa la dura presa del Colcs, il Coordinamentu Operadores de Limba e Cultura Sarda, rappresentato da Daniela Masia, chiede con forza di integrare le risorse per gli sportelli ai quali è stato negato il finanziamento, a causa di carenza di fondi, dai contributi finanziari del 2021.
Una sorta di ultimatum che arriva a circa due mesi dalla lettera aperta firmata da cento sindaci ed inviata al presidente Christian Solinas.
L’integrazione richiesta alla RAS, è relativa al finanziamento sui fondi della 482 del 99 e della Legge regionale 22 del 2019. «Senza le attività degli sportelli linguistici – affermano gli operatori – la vocazione stessa della 482 viene a mancare.»
Al momento, spiegano dal Colcs, sono state tagliate fuori numerose aree che storicamente svolgono importanti attività di promozione e valorizzazione linguistica, nonostante abbiano presentato progetti ritenuti validi e ammissibili. Zone come il Logudoro ed il Meilogu, il Terralbese e l’Unione dei Comuni dei Fenici, il Parteolla e il Basso Campidano, per arrivare alla Comunità Montana del Nuorese Gennargentu Supramonte Barbagia passando per l’Unione Comuni del Montalbo, il Marghine ed il Goceano.
«Il lavoro svolto nella maggior parte di questi territori ha trovato la sua efficacia grazie al suo carattere non occasionale, ma permanente – ha spiegato Daniela Masia -. La cessazione delle attività di sportello, oltre a essere avvertita negativamente dalle comunità interessate, metterebbe a rischio molti posti di lavoro, e con essi il patrimonio di competenze, di professionalità e valorizzazione linguistica che gli operatori svolgono con profonda responsabilità.»
Antonio Caria