«La ristrutturazione, doverosa, di un edificio ex carcerario abbandonato, per destinarlo ad attività di servizi per il parco, compreso l’emporio, alla ricettività funzionale per la fruizione dei servizi del parco, alla rete per l’educazione ambientale, ci trova favorevoli. Il progetto è regolato da uno strumento programmatorio vigente e moderno, di cui non si chiede nessuna variante, adottato nella scorsa consiliatura, portato a coerenza col PPR, approvato dalla Regione. Insieme al Pai è l’unico strumento di programmazione e tutela approvato dal Consiglio comunale dopo il PRG degli anni 80, studiato, voluto, finanziato nella scorsa consiliatura. Il bene per il quale il presidente del Parco Antonio Farris ed il direttore Augusto Navone, nel 2016, hanno chiesto e ottenuto dalla Regione a guida centrosinistra, 1 milione di euro per recuperare l’ex struttura della diramazione carceraria di Porticciolo, è regolato quindi da uno strumento urbanistico nato come variante al Prg, ma in linea col Ppr, la cui complessità è stata pari – per qualità e quantità di studi ed approvazioni – a quella del Puc, di cui è parte integrante per l’area di bonifica.»
Lo dichiarano i gruppi consiliari Per Alghero, Futuro Comune, Sinistra in Comune e Partito Democratico che aggiungono: «L’area è fuori dal perimetro del parco e in ogni caso la proposta di piano del parco nelle aree contigue logicamente si rifà al piano della bonifica approvato dal Consiglio comunale e dalla Regione negli anni scorsi. La modifica della destinazione d’uso serve solo per avere la possibilità di poter realizzare il progetto finanziato. Vigileremo perché le finalità restino intatte, proponendo la classificazione adeguata. Non approvare quel progetto significa perdere un milione di euro, continuare a mantenere abbandonati i beni pubblici, non favorire l’attrattività e il potere moltiplicativo dell’attrattività del parco anche per le altre strutture ricettive delle borgate, purché la soluzione adottata sia coerente con la finalità del progetto che prevede, tra l’altro, la ricettività per i fruitori del parco, dei suoi servizi, per scolaresche e scambi istituzionali tra aree protette. Non approvarlo – tenuto conto che è all’interno di uno strumento programmatorio vigente e coerente – significa mantenere lo status quo, la conservazione, la vetustà e il degrado».
Antonio Caria