«Chiediamo al ministro Giorgetti di occuparsi immediatamente della crisi Sanac, finché ci sono margini e prima che per mancati nuovi ordini da parte di Acciaierie d’Italia i lavoratori finiscono in cassa integrazione. Se non interviene, toccherà per per primi ai lavoratori dello stabilimento di Cagliari e poi a Gattinara, Vado Ligure e Massa. E’ inaccettabile che mentre come sistema Paese stiamo lavorando per rilanciare il nostro comparto industriale un’azienda a partecipazione pubblica, che pure ha bisogno dei prodotti di Sanac, stia ponendo le premesse per la chiusura di quattro stabilimenti e per mandare a casa 335 dipendenti.»
Lo afferma la presidente della commissione Lavoro della Camera Romina Mura, che è intervenuta oggi nel corso dell’audizione, nelle Commissioni riunite Attività produttive e Lavoro, dei rappresentanti dei sindacati Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil e dei Commissari straordinari della Sanac s.p.a, in merito alla crisi aziendale della società leader nella produzione di refrattari.
«Il Mise e Acciaierie d’Italia – annuncia la parlamentare del Partito democratico – dovranno chiarire la prossima settimana in audizione cosa vogliono fare di Sanac. Ci attendiamo di sapere se è in atto il tentativo di deprezzare Sanac riducendo le commissioni di mattoni refrattari e spostandole su altri operatori, in sostanza se si sta mettendo in essere una delocalizzazione di fatto.»
«Il sito più penalizzato di tutti è quello sardo di Assemini che – conclude Romina Mura – rispetto agli altri stabilimenti soffre ancora di più, in quanto Arcelor Mittal ha tagliato le commesse e dove la base occupazionale è già stata ristretta. Si rischia di compiere la definitiva deindustrializzazione e lo strangolamento del tessuto produttivo sardo.»