«Il ministero della Salute ha stanziato 71,5 milioni di per l’avvio di uno screening gratuito per l’epatite C con l’obiettivo di individuare le persone positive alle quali non è stata ancora diagnosticata l’infezione e consentire loro di iniziare il trattamento. Un’attività di prevenzione su larga scala che permetterà ai malati di curarsi prima di raggiungere uno stadio avanzato e di interrompere così la circolazione del virus. Purtroppo, la Regione Sardegna, la prima in Europa per numero di morti di epatite virale (secondo i dati Eurostat diffusi il 28 luglio 2020), non avrà accesso al fondo in quanto Regione a Statuto speciale, quindi non inserita nei piani nazionali legati ai farmaci innovativi. La Sardegna, inoltre, contrariamente ad altre regioni italiane, come il Lazio e la Campania, a fronte dell’altissimo numero di casi presenti sull’isola, intorno ai 10mila, non ha mai provveduto a programmare una campagna di screening a livello regionale.»
A dichiararlo è il consigliere regionale del Movimento Cinque Stelle, Michele Ciusa, che ha presentato un’interrogazione al presidente Christian Solinas e all’assessore della Sanità Mario Nieddu, per sollecitare l’avvio di una campagna di screening della popolazione sarda, e di conseguenza poter raggiungere il bacino di persone maggiormente esposte al virus dell’epatite C, quali migranti e tossicodipendenti.
«La nostra regione conta un numero di decessi impressionante: ogni anno sono ben 53 i morti per milione di abitanti. Questo perché – sottolinea Michele Ciusa – la maggior parte delle persone arriva troppo tardi a scoprire di essere affetta da questa patologia, oggi curabile al 95%. Si stima infatti che in Italia vi siano circa 250-300 mila persone inconsapevoli di aver contratto il virus dell’epatite C. In Sardegna le persone infette sono circa 10mila e di queste soltanto il 50% è stato trattato farmacologicamente – conclude Michele Ciusa -. Oggi l’epatite C è una malattia da cui si può guarire in soli tre mesi, è inaccettabile che un numero così alto di casi venga trascurato e non trattato per mancanza di pianificazione e programmazione da parte delle istituzioni competenti in materia.»
A dichiararlo è il consigliere regionale del Movimento Cinque Stelle, Michele Ciusa, che ha presentato un’interrogazione al presidente Christian Solinas e all’assessore della Sanità Mario Nieddu, per sollecitare l’avvio di una campagna di screening della popolazione sarda, e di conseguenza poter raggiungere il bacino di persone maggiormente esposte al virus dell’epatite C, quali migranti e tossicodipendenti.
«La nostra regione conta un numero di decessi impressionante: ogni anno sono ben 53 i morti per milione di abitanti. Questo perché – sottolinea Michele Ciusa – la maggior parte delle persone arriva troppo tardi a scoprire di essere affetta da questa patologia, oggi curabile al 95%. Si stima infatti che in Italia vi siano circa 250-300 mila persone inconsapevoli di aver contratto il virus dell’epatite C. In Sardegna le persone infette sono circa 10mila e di queste soltanto il 50% è stato trattato farmacologicamente – conclude Michele Ciusa -. Oggi l’epatite C è una malattia da cui si può guarire in soli tre mesi, è inaccettabile che un numero così alto di casi venga trascurato e non trattato per mancanza di pianificazione e programmazione da parte delle istituzioni competenti in materia.»
Antonio Caria