Rivedere il sistema del welfare regionale, e poi la riforma del terzo settore ed il ruolo delle cooperative sociali. E la necessità di fornire una risposta ai danni provocati dalla pandemia che ha colpito le persone. In questo sistema una risposta può arrivare dalle cooperative sociali. A fare il punto su un sistema regionale in cui i servizi manifestano numerose criticità e difficoltà sono stati i partecipanti all’assemblea regionale di Legacoop coop sociali che si è svolta al centro servizi Losa ad Abbasanta. Settore che conta 248 cooperative, 4.100 occupati, 3.000 soci e un fatturato di 120 milioni di euro.
«I danni ed il malessere, le diseguaglianze, presenti nella società sarda non nascono oggi – ha detto Andrea Pianu, responsabile regionale Legacoop sociali Sardegna -. E dobbiamo dirci chiaramente che il Covid-19 le ha solo accentuate e messe maggiormente in luce. Non lo diciamo noi. Lo evidenziano gli elementi di contesto che stanno alla base della Strategia Regionale per lo Sviluppo Sostenibile – Sardegna 2030 – e del confronto sviluppato nei tavoli di partenariato per la nuova programmazione delle risorse del FSE+ e del FESR.»
Ricordando poi l’attività svolta dalle coop sociali, a partire dagli anni 80, il responsabile ha rimarcato l’impegno svolto dalle coop in ambiti come quello del supporto ai più fragili, come i ragazzi con sofferenza psichica.
«Oggi a tutti noi è comune la consapevolezza della necessità di ricostruire e ripensare un sistema territoriale di risposta ai bisogni delle persone. Un sistema a rete fortemente integrato che intervenga su una prospettiva di benessere e di prevenzione delle condizioni di salute per tutti gli abitanti della nostra regione, senza distinzione d’età o di genere.»
A indicare difficoltà e criticità incontrate nel percorso, sono stati i rappresentanti delle diverse cooperative. Poi la richiesta ribadita dal responsabile di Legacoop sociali: «Ribadiremo ancora una volta la richiesta di attivare tavoli che ci coinvolgano con pari dignità degli altri soggetti e che, come per la consulta della legge 23/2005, anche per questi siano attivate procedure trasparenti per la loro costituzione – ha aggiunto Andrea Pianu -. Lo consideriamo un passaggio fondamentale per poter delineare, con il coinvolgimento di tutti gli attori istituzionali e non, la rete integrata di servizi e presidi territoriali per il benessere e la salute delle persone. Una filiera e una rete che parte dai bisogni reali delle persone e dei luoghi in cui concretamente vivono”. In questo percorso poi dovrà esserci una “certezza dei tempi e risorse per la sua attuazione, che si proponga di rafforzare i servizi per la famiglia, l’assistenza domiciliare non solo socio-sanitaria, valorizzi – e non le demonizzi – le strutture residenziali per anziani programmandone la loro presenza nel territorio, faccia delle case della comunità dei luoghi di effettiva integrazione e non solo delle mura vuote e priva di anima.»
Nel video intervento registrato l’assessora regionale al Lavoro Alessandra Zedda ha rimarcato l’importanza del lavoro svolto dalla cooperazione, sopratutto nel sociale, e posto l’attenzione sull’importanza del lavoro che non deve essere solamente reddito. Poi un passaggio sulle cosiddette categorie fragili in cui si possono inserire anche coloro che a cinquant’anni si ritrovano senza lavoro.
Il presidente di Lagacoop Sardegna Claudio Atzori ha rimarcato l’importanza per il lavoro svolto dalle coop sociali.
«In un mondo che si misura in numeri noi abbiamo sempre preferito pesare il valore del lavoro e quello che le coopereative, le cooperatrici e i cooperatori danno per rendere la vita migliore agli altri.»
Poi l’emergenza Covid, con le coop in prima linea per rendere «migliore la vita degli altri».
A sottolineare l’importanza delle coop sociali e del lavoro svolto, la responsabile nazionale di Legacoop Eleonora Vanni. La dirigente nazionale ha evidenziato l’importanza del lavoro che i cooperatori compiono quotidianamente nei territori.