Lettera aperta del direttivo AES sulla Mostra del Libro in Sardegna
L’Associazione e gli editori sardi non presenzieranno alla XIX edizione della manifestazione di promozione dell’editoria libraria sarda
Sono trascorsi oltre vent’anni dalla nascita della Mostra regionale del libro in Sardegna, vetrina dell’editoria sarda e del libro locale fortemente voluta dall’assessore Pasquale Onida, su impulso dell’Associazione Editori Sardi. Che non sono bastati, tuttavia, per garantire continuità organizzativa, coerenza e rispetto delle regole. A pochi giorni dalla sua inaugurazione, il più importante evento di promozione della lettura e dell’editoria isolana segna il punto più basso della propria storia, quale definitivo percorso a ritroso verso il nulla.
L’Associazione editori sardi si muove a tutela degli interessi della categoria e di centinaia di lavoratori che operano in un settore così importante e così fragile. All’AES, ormai da trentacinque anni, è stata riconosciuta nel tempo la funzione di promuovere e valorizzare l’immagine e la cultura della Sardegna, a livello regionale, in Italia e nel mondo. Nell’AES si riconosce senz’altro un settore che ha subito stoicamente gli effetti del lockdown.
L’associazione e gli editori sardi hanno come riferimento normativo la legge regionale 22 del 1998, che disciplina anche gli interventi di promozione delle opere edite in Sardegna, espressamente rivolti al sostegno dell’editoria locale.
Ebbene, nel corso dell’intera annualità, come AES abbiamo comunicato la necessità di ottenere una risposta in merito ai fondi regionali destinati alla Mostra del libro in Sardegna, anche allo scopo di evitarne l’impiego improprio che l’amministrazione comunale di Macomer si appresta a fare.
Infatti, dopo aver pubblicato una manifestazione di interesse poco propizia alla
partecipazione della categoria, nelle modalità e nei termini, dopo aver ignorato il richiamo alla destinazione dei fondi e al fatto che ogni altro uso di queste preziose risorse ottenute senza bando (100mila euro) è improprio sotto il profilo amministrativo e di merito, abbiamo atteso un gesto e un intervento chiarificatore, che non è arrivato.
Cosa resta oggi di questa importante iniziativa di promozione dell’editoria regionale? Niente.
Non certo il diretto coinvolgimento degli editori, in passato attori principali di questo genere di iniziative, ormai relegati al ruolo di comparse incapaci di comprendere logica perversa che anima le scelte dei promotori.
La situazione appare molto chiara. L’attuale amministrazione comunale continua imperterrita a imboccare una strada senza uscita, ma lo fa impiegando fondi pubblici avuti senza bando, con la pretesa di agire fuori dalle regole e dal dettato normativo.
Nel frattempo, a pochi giorni dalla data individuata per l’inaugurazione della manifestazione (29 novembre 2021), emergono in modo chiaro le informazioni sulla programmazione effettiva dell’evento, un tempo fiore all’occhiello dell’editoria sarda, oggi solo merce di scambio, uno schiaffo in faccia alla dignità di chi opera nel settore, escluso dalle basilari e garbate forme di comune programmazione. E si scopre così che i costi di segreteria organizzativa e gestione degli autori, che ammontano ad almeno alla metà del finanziamento regionale e attribuiti a soggetti prescelti con incarico diretto, hanno come obiettivo la calendarizzazione e gestione della partecipazione di autori prodotti non da imprese editrici isolane, disattendendo chiaramente e alla luce del sole le finalità della legge.
Tutto questo accade mentre, ormai a fine novembre, gli editori librari sardi attendono l’attribuzione degli esigui fondi ordinari alle case editrici, molte delle quali hanno attivamente e coraggiosamente promosso la partecipazione autonoma alla trentatreesima edizione del Salone internazionale del libro di Torino.
Comunichiamo pertanto di dover muoverci a tutela della categoria, perché il caso lo richiede.
Nell’auspicare il pronto intervento della Regione Sardegna, ci auguriamo di non assistere più a fatti del genere, che ci rendono purtroppo vergognosamente unici in Italia, in un momento in cui il Governo sta promuovendo la nascita della nuova legge sul libro, senza fraintendimenti sui ruoli e sul concetto di filiera editoriale.