«La situazione del reparto di Oncologia dell’Ospedale civile di Alghero è gravissima. Vergognosa. È rimasto un solo medico oncologo a prendersi cura con professionalità di centinaia di persone, pazienti fragilissimi. Ma un medico solo per quanto bravo non basta. Il primario e un altro medico oncologo, in servizio fino a qualche settimana fa, non sono stati ancora sostituiti, nonostante annunci e rassicurazioni. Che ai pazienti non bastano più. Il corridoio angusto e indecoroso, freddo e triste, nel quale i pazienti sono costretti a stazionare in attesa delle visite, rendono evidente lo stato di abbandono nel quale queste persone sono lasciate dal sistema sanitario. Eppure c’è un’ala al primo piano pronta.»
La denuncia arriva dal consigliere comunale ed ex sindaco di Alghero Mario Bruno che rincara la dose: «Cosa aspettano a trasferire li oncologia? Il grido che arriva dai pazienti, e che certamente dovrebbe arrivare anche a chi ha responsabilità dirette, non può non essere ascoltato. Sono persone che vivono con dignità e sofferenza la loro situazione, con le loro famiglie. Ecco perché ritengo stonata la passerella dell’altra mattina all’ospedale marino. Faccio salva la buona fede, ma il sindaco ed il presidente del Consiglio regionale devono conoscere le priorità. E risolverle. E la priorità non è l’ala suore. Quando i medici, specie gli oncologi, vanno in pensione, si sostituiscono. I locali si ristrutturano e si assegnano subito secondo le esigenze prioritarie dei pazienti».
La denuncia arriva dal consigliere comunale ed ex sindaco di Alghero Mario Bruno che rincara la dose: «Cosa aspettano a trasferire li oncologia? Il grido che arriva dai pazienti, e che certamente dovrebbe arrivare anche a chi ha responsabilità dirette, non può non essere ascoltato. Sono persone che vivono con dignità e sofferenza la loro situazione, con le loro famiglie. Ecco perché ritengo stonata la passerella dell’altra mattina all’ospedale marino. Faccio salva la buona fede, ma il sindaco ed il presidente del Consiglio regionale devono conoscere le priorità. E risolverle. E la priorità non è l’ala suore. Quando i medici, specie gli oncologi, vanno in pensione, si sostituiscono. I locali si ristrutturano e si assegnano subito secondo le esigenze prioritarie dei pazienti».
«Non si capisce – così ancora Mario Bruno – la fretta nel fare lo scorporo dell’ospedale Marino all’università di Sassari, in un misto incomprensibile di contraddizioni. Non sarà indolore per i pazienti, per i medici, per gli infermieri. Si dovranno trovare anestesisti disposti a venire dall’Aou di Sassari ad Alghero, per garantire la chirurgia ortopedica, messa a rischio anche per interventi di routine. Verrà assorbito il personale attuale dall’Aou. L’oculistica non avrà più spazio. Si perderà il Dea di primo livello poiché l’ortopedia passerà all’università e la terapia intensiva non è stata mai accreditata. Lo stabile resterà di proprietà di Ats/Ares ma in comodato all’Azienda universitaria, che dovrà garantire le manutenzioni. Ma il triennale approvato qualche giorno fa mette risorse Ats sul Marino che andrà all’Università.»
«Che confusione – conclude Mario Bruno -. L’Otorino al civile nel frattempo ha perso i posti letto, chirurgia abbandonata al proprio destino, la riabilitazione dimezzata, l’Urologia trascurata. Ma abbiamo l’ala suore, ci dicono i nostri eroi. Ecco, credo che occorra una svolta, coraggiosa, che mi auguro arrivi guardando la realtà in faccia senza pensare alle appartenenze, alle passerelle, agli annunci, ma al diritto alla salute irrinunciabile, per tutti. Subito il consiglio comunale aperto chiesto dalla commissione sanità.»
«Che confusione – conclude Mario Bruno -. L’Otorino al civile nel frattempo ha perso i posti letto, chirurgia abbandonata al proprio destino, la riabilitazione dimezzata, l’Urologia trascurata. Ma abbiamo l’ala suore, ci dicono i nostri eroi. Ecco, credo che occorra una svolta, coraggiosa, che mi auguro arrivi guardando la realtà in faccia senza pensare alle appartenenze, alle passerelle, agli annunci, ma al diritto alla salute irrinunciabile, per tutti. Subito il consiglio comunale aperto chiesto dalla commissione sanità.»
Antonio Caria