Nella risoluzione sulla revisione del bilancio UE post 2020 e sulle proposte per la ripresa, approvata oggi con 505 voti favorevoli, 119 contrari e 69 astensioni, il Parlamento europeo chiede un pacchetto solido, incentrato su esigenze dei cittadini e basato sul bilancio UE.
Nella risoluzione, i deputati sottolineano che «i cittadini europei devono essere posti al centro della strategia di ripresa», aggiungendo che il Parlamento sarà fermo nella difesa degli interessi dei cittadini. Gli sforzi di ripresa devono avere una forte dimensione sociale, affrontare le disuguaglianze sociali ed economiche e le esigenze di coloro che sono stati più duramente colpiti dalla crisi.
Il Parlamento insiste sul fatto che il nuovo «fondo di ripresa e trasformazione» debba avere una dimensione di 2.000 miliardi di euro, essere finanziato «attraverso l’emissione di obbligazioni a lungo termine» ed essere erogato «attraverso prestiti e, soprattutto, attraverso sovvenzioni, pagamenti diretti per investimenti e capitale proprio». Inoltre, la Commissione non dovrebbe utilizzare «dubbi moltiplicatori per pubblicizzare cifre ambiziose» e non dovrebbe ricorrere a “sortilegi finanziari”, poiché è in gioco la credibilità dell’UE.
Gli investimenti per la ripresa devono essere aggiunti ai programmi finanziati dal QFP
Il piano di ripresa deve essere fornito in aggiunta al prossimo Quadro Finanziario Pluriennale (QFP), ossia il bilancio a lungo termine dell’UE, e non a scapito dei programmi UE esistenti e futuri. Inoltre, i deputati insistono sulla necessità di aumentare il QFP, sottolineando come il Parlamento debba usare i suoi poteri di veto qualora le richieste del Parlamento europeo non venissero soddisfatte.
I fondi per la ripresa dovrebbero essere destinati a “programmi rientranti nel bilancio dell’UE”, per garantire il controllo e la partecipazione parlamentare. Il Parlamento deve anche essere pienamente coinvolto «nella definizione, nell’adozione e nell’attuazione del fondo per la ripresa». La Commissione dovrebbe astenersi da qualsiasi «tentativo di elaborare una strategia di ripresa al di fuori del metodo comunitario e ricorrendo a mezzi intergovernativi».
Il piano deve concentrarsi sulle priorità del Green deal e dell’Agenda digitale
Il “massiccio pacchetto di misure di ripresa”, che i deputati hanno già chiesto nella recente risoluzione di aprile, deve durare abbastanza a lungo per affrontare il «previsto impatto profondo e duraturo dell’attuale crisi». I deputati chiedono inoltre che il pacchetto di misure “trasformi le nostre economie” sostenendo le PMI e «aumenti le opportunità di lavoro e le competenze per mitigare l’impatto della crisi sui lavoratori, sui consumatori e sulle famiglie». I deputati chiedono di dare priorità agli investimenti sulla base del Green Deal e dell’Agenda digitale e insistono sulla creazione di un nuovo programma sanitario europeo a sé stante.
La riforma delle entrate UE diventa vitale
I deputati ribadiscono la loro richiesta di introdurre nuove “risorse proprie” (le fonti di entrata dell’UE), in modo da evitare un ulteriore aumento dei contributi diretti degli Stati membri al bilancio UE per soddisfare le esigenze del QFP e del Fondo per la ripresa e la trasformazione. Poiché il massimale delle entrate UE è espresso in RNL (Reddito Nazionale Lordo), che dovrebbe diminuire significativamente a causa della crisi, i deputati chiedono anche «un aumento immediato e permanente del massimale delle risorse proprie».
Contesto
La Commissione europea dovrebbe presentare il 27 maggio prossimo una proposta di revisione del QFP e del Fondo di ripresa che tenga conto della crisi sanitaria e delle sue conseguenze.
Poiché l’attuale bilancio a lungo termine dell’UE termina il 31 dicembre 2020, l’UE ha bisogno di un nuovo orizzonte di pianificazione di bilancio per i prossimi sette anni. La Commissione UE ha presentato le sue proposte per il prossimo QFP 2021-2027 nel maggio 2018. Il Parlamento europeo ha adottato la sua posizione nel novembre 2018 e l’ha riconfermata nell’ottobre 2019. Il Consiglio non è ancora riuscito a trovare un accordo su una posizione comune.