Dare un segnale garbato ma forte rivolto alle istituzioni regionali e agli enti territoriali. A proporlo sono il presidente del Coni Sardegna Bruno Perra ed il presidente della Federnuoto Sardegna Danilo Russu che intendono redigere un documento firmato da gestori privati e pubblici delle piscine, Fin, Coni e tutte le altre federazioni che per la loro attività è necessario l’utilizzo delle vasche. Il tentativo è di recuperare qualche risorsa, sensibilizzando in maniera civile non solo il consiglio regionale ma anche gli assessorati, gli enti territoriali intermedi e le amministrazioni comunali che ospitano impianti natatori, anche perché il disagio giovanile trova una valida valvola di sfogo attraverso lo sport.
La crisi del nuoto interessa una trentina di impianti comunali sardi e diversi appartenenti a privati. Molti di loro sono affiliati alla Fin e svolgono attività istituzionale e, soprattutto, danno lavoro a tanti istruttori. Negli ultimi due anni le piscine isolane hanno aperto in tutto circa 12 mesi registrando perdite rilevanti. Nel 2021 il crollo delle entrate ha raggiunto anche percentuali del 50%, dovute sia al drastico calo degli iscritti, sia per l’aumento dei costi energetici.
«Siamo ad un bivio – dichiara Danilo Russu – o teniamo le piscine aperte, oppure con quel poco che attualmente riusciamo a mettere da parte per andare avanti di qualche mese, lo spostiamo sulla pallanuoto. Il momento è critico e quando le società sportive sono pervase dal dubbio se lasciare la struttura aperta, o cercare di fare attività sportiva, ovviamente scelgono questa seconda soluzione.»
La crisi del nuoto interessa una trentina di impianti comunali sardi e diversi appartenenti a privati. Molti di loro sono affiliati alla Fin e svolgono attività istituzionale e, soprattutto, danno lavoro a tanti istruttori. Negli ultimi due anni le piscine isolane hanno aperto in tutto circa 12 mesi registrando perdite rilevanti. Nel 2021 il crollo delle entrate ha raggiunto anche percentuali del 50%, dovute sia al drastico calo degli iscritti, sia per l’aumento dei costi energetici.
«Siamo ad un bivio – dichiara Danilo Russu – o teniamo le piscine aperte, oppure con quel poco che attualmente riusciamo a mettere da parte per andare avanti di qualche mese, lo spostiamo sulla pallanuoto. Il momento è critico e quando le società sportive sono pervase dal dubbio se lasciare la struttura aperta, o cercare di fare attività sportiva, ovviamente scelgono questa seconda soluzione.»
Il coordinamento nazionale “Salviamo le Piscine” in cui si riconoscono anche i gestori isolani ha fissato alcuni punti su cui deve passare la rinascita del comparto, tra cui il totale restyling degli impianti isolani ed un intervento del 110% anche nel settore piscine.
Antonio Caria