Il 2021 si chiuderà con un bilancio nettamente negativo per il mercato regionale dei bandi di gara per lavori pubblici: tra gennaio e novembre (questo il dato più recente) in Sardegna sono state pubblicate 606 gare per un importo complessivo a base di gara pari a 421 milioni. Una quantità in netto calo rispetto al periodo corrispondente del 2020, con tassi negativi del – 18% e -63% rispettivamente per numero e importo. In base all’ultima rilevazione del Centro Studi della Cna Sardegna, il tratto determinante del mercato nel corso del 2021 è stato senza dubbio il drastico ridimensionamento dei livelli di spesa attestata su una media mensile inferiore a 40 milioni (un terzo rispetto alla media 2020) e pari alla metà della capacità mensile espressa nel biennio 2018-2019. Più contenuto, ma comunque rilevante, il calo della domanda, con un numero medio mensile di gare promosse sceso a 55 nei primi undici mesi dell’anno contro i quasi 70 del 2020, i 75 del 2019 e i quasi 90 del 2018.
«A meno di sorprendenti risultati nel mese di chiusura dell’anno la Sardegna si collocherà sul fronte pubblico tra i territori con le maggiori riduzioni dei livelli di spesa in gara – commentano Francesco Porcu ed Antonello Mascia, rispettivamente segretario regionale della Cna Sardegna e presidente di CNA Costruzioni -. Il 2021 si conferma un anno di transizione per i volumi di lavori messi in gara; occorre ora preparare le strutture pubbliche alla crescita del mercato attesa nei prossimi anni accompagnando l’impiego strategico delle risorse disponibili (PNRR e fondi comunitari) ad una semplificazione normativa che consenta di velocizzare le indispensabili opere infrastrutturali, di riqualificazione e rigenerazione urbana.»
L’analisi delle classi dimensionali descrive una forte crisi degli appalti più grandi: le gare sopra i 5 milioni promosse in undici mesi sono state solo 14, il 60% in meno rispetto al periodo corrispondente del 2020, e la relativa cifra d’affari è passata da 814 milioni a meno di 10 milioni. Se è vero che il 2020 era stato un anno eccezionale per i lavori di importo più rilevante, con il risultato dell’anno in corso il mercato per questa fascia di lavori si attesta sui livelli più bassi degli ultimi 20 anni.
Per i micro appalti lo scenario è altrettanto drammatico, con un numero di interventi che perde il 35% e la relativa cifra a base di gara il 24% rispetto al periodo corrispondente del 2020. Tassi negativi superiori al -20% anche per i tagli medio grandi (tra 1 e 5 milioni), mentre si attesta intorno al -10% la riduzione dei bandi per lavori medio-piccoli (tra 500mila euro ed un milione). Unica fascia del mercato in controtendenza quella dei piccoli lavori di importo compreso tra 150 e 500mila euro, in crescita del 16% in termini numerici e del 22% sul fronte della spesa.
Come si è detto, nel corso del 2021 risultano del tutto assenti le maxi-gare che avevano caratterizzato gli appalti in Sardegna nel 2020. In undici mesi, non è stata pubblicata nessuna gara di importo superiore a 30 milioni. Se ne contano tre che superano i 15 milioni, promosse da tre amministrazioni comunali che hanno adottato formule di partenariato pubblico privato. Il comune di Villasimius ha mandato in gara l’affidamento della progettazione, realizzazione e gestione di un impianto per il trattamento e recupero di rifiuti ingombranti, compresa la gestione dell’impianto di compostaggio esistente, per un importo complessivo della concessione di oltre 17,3 milioni. L’amministrazione di Olbia ha promosso la procedura per affidare in concessione i servizi integrati di energia termica e manutenzione degli impianti tecnologici a servizio degli immobili comunali, con relativi lavori di efficientamento energetico, per un importo complessivo di 17,2 milioni.
Il comune di Ortacesus ha indetto una gara suddivisa in due lotti per affidare in concessione due strutture residenziali per anziani nel Comune, di cui la più grande, relativa alla comunità integrata Vincenzo Porceddu, per un valore stimato complessivo di oltre 25,6 milioni (il secondo lotto, relativo alla Comunità alloggio Giovanni Paolo II sita in via Sassari, ha un importo complessivo pari a 9,8 milioni).
Si ricorda che nello stesso periodo del 2020 le gare di importo superiore a 15 milioni erano 21, per un importo complessivo a base di gara di oltre 828 milioni. Scendendo sotto i 15 milioni, si trovano due accordi quadro per affidare interventi sulla rete stradale e ferroviaria regionale: 10 milioni è l’importo a base di gara del lotto 2 dell’accordo quadro quadriennale indetto dall’Anas per individuare l’operatore unico cui affidare l’esecuzione dei lavori di sistemazione dei versanti rocciosi e di protezione del corpo stradale, mentre si attesta su 9,7 milioni il valore del lotto 4 dell’accordo quadro indetto da RFI cui affidare l’eventuale progettazione esecutiva e l’esecuzione dei lavori di manutenzione dei sistemi e delle apparecchiature del settore TLC ricadenti nelle località di giurisdizione della direzione territoriale produzione di Cagliari.
Sfiora i 9,7 milioni anche la concessione di servizi promossa dall’Unione dei Comuni del Mont’Albo di Siniscola per affidare interventi di efficientamento energetico e di gestione integrata degli impianti (illuminazione pubblica, termici, elettrici, condizionamento, idrico sanitari e antincendio) presso gli immobili di proprietà dei comuni di Lula, Onanì, Osidda e Lodè.
La dinamica di flessione generale del mercato riguarda il gruppo degli enti territoriali che, con 510 gare promosse per un importo a base di gara pari a 311 milioni, riducono del 23% la domanda e quasi del 60% la spesa rispetto ai livelli del 2020. Particolarmente sensibile il calo dell’attività della Regione, in controtendenza invece le Province, unico tra i principali gruppi di soggetti territoriali ad avere migliorato il bilancio del 2020, con 62 gare e 27 milioni promossi. La gara di importo più rilevante promossa dal gruppo è quella per affidare gli interventi prioritari di manutenzione straordinaria e messa in sicurezza della viabilità della Provincia del Sud Sardegna, per un importo complessivo dei lavori a base d’asta pari a 4,8 milioni.
Risultato a doppia velocità per le imprese: grazie ad una dinamica espansiva del numero delle gare promosse dall’Anas e dagli Enti dell’Amministrazione Centrale, vedono crescere del 20% il numero complessivo; mentre risultano fortemente ridimensionati i livelli di spesa per tutti gli enti del gruppo, con tassi negativi che sfiorano il 60% per l’amministrazione centrale e superiori al 55% per l’Anas.