Contro il tumore dell’utero il Policlinico Duilio Casula mette in campo le nuove tecniche e più moderne tecnologie, arrivando ad essere leader nella ricerca del linfonodo sentinella ed evitando la rimozione radicale di tutti i linfonodi che circondano l’organo colpito dal tumore.
Tutto questo grazie al lavoro di due team importanti, quello di Ostetricia e Ginecologia, diretta dal professor Stefano Angioni, e dell’Anatomia Patologica, guidata dal professor Gavino Faa.
«Abbiamo superato brillantemente i primi cento casi nel trattamento più moderno e mini-invasivo del carcinoma dell’endometrio – spiega Stefano Angioni – si tratta di un tumore maligno frequente che colpisce ogni anno in Italia più di 8mila donne. La rimozione chirurgica dell’utero, delle ovaie e delle tube per via mini-invasiva è il primo passo nella cura di questi tumori.»
Durante l’intervento chirurgico è di fondamentale importanza scoprire se il cancro si è esteso ai linfonodi vicini, step chirurgico cruciale per sapere se dopo la chirurgia è necessario procedere a chemioterapia e radioterapia. Ad oggi nel nostro Paese l’approccio più utilizzato consiste nella “linfanedectomia radicale”, ovvero la rimozione di tutti i linfonodi che circondano l’organo colpito da tumore.
L’asportazione totale dei linfonodi però, può comportare maggiori rischi infettivi nell’immediato e a distanza di tempo, lo sviluppo di importanti accumuli di linfa a livello delle gambe e più in generale disturbi neurovascolari. Un problema non di poco conto che può inficiare la qualità di vita delle pazienti ed aumentare i tempi dell’intervento chirurgico e le sue possibili complicanze.
«La tecnica del linfonodo sentinella – spiega Stefano Angioni – è usata generalmente per il tumore al seno ma abbiamo visto quanto sia importante anche per il tumore all’utero. Grazie a questa tecnica in tutti i casi che abbiamo affrontato abbiamo potuto stabilire se erano presenti metastasi e quindi agire di conseguenza con chemioterapia e radioterapia post operatorie solo quando era necessario, evitando la rimozione totale dei vasi linfatici, un intervento invasivo che in molto casi può portare nel corso della vita a pesanti problemi di natura circolatoria e neurovascolare ed anche complicanze durante l’intervento chirurgico.»
La procedura, al Policlinico di Monserrato, viene eseguita con le più moderne ed avanzate tecniche chirurgiche. Grazie all’introduzione di un tracciante fluorescente naturale chiamato verde di indocianina, che viene iniettato in sala operatoria con la paziente addormentata, la tecnica ha raggiunto percentuali di captazione ed individuazione del linfonodo sentinella superiori al 90 %. La collaborazione con l’anatomia patologica dell’AOU e grazie al lavoro della professoressa Daniela Fanni, anatomo-patologo dedicato ai tumori ginecologici, ci ha permesso, con la valutazione dei linfonodi analizzati mediante la moderna tecnica dell’ultrastaging di scegliere il più corretto approccio nel post-intervento.
La grande competenza nell’esecuzione di questa tecnica posseduta dall’equipe del Policlinico ha portato a numerosi riconoscimenti a livello nazionale ed internazionale. Recentemente sono stati pubblicati su riviste con elevatissimo impact factor (Minimally Invasive Therapy and Allied Technologies e Gynecologic Oncology) lavori scientifici che descrivono i risultati ottenuti nel reparto di Ginecologia ed Ostetricia del Policlinico di Monserrato e le collaborazioni internazionali in particolare con uno dei Centri più importanti al mondo nel settore: la Mayo Clinic (USA). Tali lavori, insieme agli altri in corso di stampa hanno contribuito a dimostrare l’efficacia e sicurezza di tale tecnica chirurgica contribuendo a livello mondiale alla sua diffusione in diversi Paesi, che l’hanno già inserita nelle linee guida fra le terapie standard per il trattamento del tumore dell’utero».