Un brano pop, dalle tinte pastellate, dolce e malinconico. Si può definire così “A squarciagola”, il terzo singolo del cantautore cagliaritano Daniele D’Elia, uscito lo scorso venerdì.
Ad affiancarlo Massimo Satta alle chitarre, tastiere e programmazioni, Fabrizio Foggia al pianoforte e tastiere, Alessio Povolo al basso e Salvatore Mennella alla batteria, mentre le fotografie che accompagnano il lavoro sono state realizzate da Valerio Pintus.
«A squarciagola è il terzo estratto dal mio nuovo album “Hello world”, in uscita a febbraio – dice Daniele D’Elia -. L’album conterrà una decina di inediti, tutti molto diversi tra loro per carattere e genere. Come la maggior parte dei miei brani anche questa canzone è autobiografica. Parla di una relazione a distanza ai tempi dell’emergenza sanitaria che da oramai due anni affligge il pianeta, un tema che mi sta molto a cuore e a cui ho dato voce anche in “Lontano da te”, altra traccia dell’album. Viviamo in un mondo in cui i sentimenti sembrano diventati i veri beni di lusso. Durante la pandemia, soprattutto nei primissimi tempi, molte coppie sono rimaste forzatamente divise per tantissimo tempo. Era contemplata la possibilità di spostarsi per motivi di lavoro, ma non per amore, come se amare fosse solo un capriccio. Vivere un rapporto a distanza nell’incertezza più totale, in attesa di un’evoluzione positiva dei numeri e/o di qualche provvedimento volto a risolvere questo problema è stato come restare sospesi a mezz’aria, in apnea, desiderosi di una boccata d’ossigeno. Ho scritto il brano durante una di queste attese.»
Ad affiancarlo Massimo Satta alle chitarre, tastiere e programmazioni, Fabrizio Foggia al pianoforte e tastiere, Alessio Povolo al basso e Salvatore Mennella alla batteria, mentre le fotografie che accompagnano il lavoro sono state realizzate da Valerio Pintus.
«A squarciagola è il terzo estratto dal mio nuovo album “Hello world”, in uscita a febbraio – dice Daniele D’Elia -. L’album conterrà una decina di inediti, tutti molto diversi tra loro per carattere e genere. Come la maggior parte dei miei brani anche questa canzone è autobiografica. Parla di una relazione a distanza ai tempi dell’emergenza sanitaria che da oramai due anni affligge il pianeta, un tema che mi sta molto a cuore e a cui ho dato voce anche in “Lontano da te”, altra traccia dell’album. Viviamo in un mondo in cui i sentimenti sembrano diventati i veri beni di lusso. Durante la pandemia, soprattutto nei primissimi tempi, molte coppie sono rimaste forzatamente divise per tantissimo tempo. Era contemplata la possibilità di spostarsi per motivi di lavoro, ma non per amore, come se amare fosse solo un capriccio. Vivere un rapporto a distanza nell’incertezza più totale, in attesa di un’evoluzione positiva dei numeri e/o di qualche provvedimento volto a risolvere questo problema è stato come restare sospesi a mezz’aria, in apnea, desiderosi di una boccata d’ossigeno. Ho scritto il brano durante una di queste attese.»
Antonio Caria