Corretto riprendere da subito l’attività natatoria, con ancora più motivazione dopo i due mesi di blocco totale. Un campione di oltre quattromila persone, di cui la maggioranza donne (60,3%) ha risposto al questionario diffuso dal Comitato FIN Sardegna dal 4 al 14 maggio 2020 attraverso la sua pagina Facebook per capire, linee guida a parte, quale sia la tendenza degli iscritti una volta che le maglie dei divieti vanno ad allentarsi.
Dal titolo Il nuoto al tempo del coronavirus, ha generato uno schema nitido nel quale il lungo periodo di astensione dall’esercizio continuo delle discipline che fanno capo alla federazione non poteva non scatenare stati di prevalente insoddisfazione.
Hanno risposto soprattutto dalla provincia di Sassari (1526 – 37,8%), seguita da Cagliari (1430 – 35,4%), Oristano (259 – 6,4%), e poi Carbonia – Iglesias (247), Olbia-Tempio (234), Medio Campidano (231), Nuoro (91), Ogliastra (17).
La maggior parte dei partecipanti (30,2%) sono persone che seguono corsi di nuoto per adulti. Il 17,2% pratica Acquafitness e il 16,9% rientra tra i tesserati agonisti. I rappresentanti del nuoto libero hanno avuto un peso del 13,9% e appena più sotto emergono i partecipanti ai corsi di nuoto per bambini dai 4 ai 10 anni (13,4%). I master coprono il 12,3% degli interventi. Dietro di loro anche coloro che seguono corsi di nuoto dagli 1 ai 17 anni (7,4%), e gli interessati al neonatale, 0-3 anni (3,4%). I cultori del nuoto paralimpico hanno raggiunto il 2,8%, e gli iscritti ai corsi nuoto over 65 l’1,5%. Infine le attività non in elenco sono racchiuse in una percentuale dell’8,7.
Ricapitolando le essenze del test, alla domanda “Pensi sia corretto riprendere immediatamente la pratica dello sport?”, il 63,6% ha risposto affermativamente, contro il 17,4% che pensa non sia una priorità. Mentre il 9,7% ritiene non giusto immergersi in vasca senza un vaccino idoneo. Solo il 9,3% manifesta la sua totale contrarietà.
Sulla seconda sollecitazione, «La pausa forzata ha influenzato positivamente la tua voglia di riprendere la pratica dell’attività sportiva?», l’85,7% ha detto sì. Inoltre, l’83,6% ha ammesso di aver risentito fisicamente della pausa dovuta al lockdown.
Proseguendo il questionario, i compilanti si sono imbattuti nella seguente domanda: «Tra le motivazioni che potrebbero influenzare la decisione di riprendere l’attività sportiva oppure no, quali sono quelle più influenti?» E in questo caso a dominare la classifica c’è la scarsa motivazione, di seguito il cambiamento della situazione economica, il timore del virus e le eventuali limitazioni previste dal DPCM.
Il quinto quesito recita così: «Le nuove ordinanze relative alle indicazioni sulla pratica sportiva soddisfano le tue aspettative?» E in questo caso a prevalere è il NO che raggiunge il 48,9% contro il 28,9% di NON SO e il19,6% di SI.
Nel terzultimo interrogativo «Riprenderesti a nuotare una volta consentito dal DPCM?» si denota una larga maggioranza di riscontri positivi (78%) ai quali cercano di opporsi i “NON SO” stabilizzati al 15,1%.
Una situazione di equilibrio si evince da quest’altro punto di vista: «Reputi sicura la pratica sportiva all’interno di un impianto sportivo al chiuso?». Vincono i SI al fotofinish con il 37,6%, ma il 37,4% risponde con un eloquente NON SO, mentre i NO si fermano al 25%.
Il modulo si chiude con questa domanda: «Le linee guida del Ministero daranno indicazioni importanti sulle regole di utilizzo di un impianto natatorio, sull’igienizzazione delle piscine, queste ti renderebbero più serena/o nel frequentarlo?» Il 78,6 risponde SI, il12,2% NON SO.