Per la rubrica “A colloquio con…”, abbiamo sentito il Comitato “Salviamo la costa di Golfo Aranci”, che da tempo lotta contro l’installazione di un allevamento di ostriche e cozze nella zona dei Baracconi.
Da cosa scaturisce questa vostra battaglia?
«Il movimento nasce dalla forte preoccupazione di un gruppo di cittadini che per difendere il proprio territorio e le proprie bellezze non si è arreso davanti ai rigetti dei due ricorsi portati avanti dal Comune di Golfo Aranci. Ci sono diverse motivazioni che ci hanno condotto fin qui ma credo che la prima spinta sia scaturita nel momento in cui i progettisti dell’impianto hanno iniziato a richiedere i permessi di messa in posa a mare dei plinti di cemento. L’intento principale è stato quello di bloccare subito il procedimento e fare chiarezza insieme alla popolazione sull’iter che aveva accompagnato la concessione e i ricorsi – ma anche stimolare la giunta comunale a produrre della documentazione per insistere sull’aspetto paesaggistico e della tutela ambientale, dato che gli atti ufficiali testimoniavano una carenza di informazioni a riguardo. Quindi nasce l’idea di organizzare un Sit-in pacifico e chiamare a raccolta i rappresentanti politici del territorio, fare luce sulla vicenda amministrativa della concessione e sciogliere dubbi sugli intenti di tutte le parti – ci siamo fatti affiancare sin da subito da specialisti del mare, biologi, naturalisti e da Legambiente. Volevamo dare alla nostra causa forma e peso specifico sin dal principio.»
«Siamo oltre le 46.000 ma il nostro obiettivo è arrivare a 50.000 – che per un piccolo paese di 2.500 residenti circa è un gran bel risultato. Abbiamo subito pensato all’accoglienza che ogni anno dedichiamo a molti turisti, sapevamo di poter raggiungere (grazie al web) molte persone che hanno a cuore Golfo Aranci.»
«Si, il nostro movimento è stato accompagnato da una campagna di comunicazione strutturata che ha coinvolto diverse personalità che hanno a cuore il nostro paese e che ha prodotto 70 pubblicazioni su testate nazionali e regionali in soli 30 giorni.
Abbiamo iniziato con Gigi Datome che a Golfo Aranci è di casa, Licia Colò per la sua sensibilità e davvero molto altri ma il caso “Salviamo la costa di Golfo Aranci” ha conquistato la ribalta nazionale grazie al sostegno in prima persona della regista Lina Wertmuller, donna esemplare e pioniera del premio Nobel al femminile, che ama da sempre la Sardegna.»
«Esattamente 22 consiglieri del gruppo di centrosinistra unito che hanno richiesto al presidente della Regione Sardegna di impegnarsi a portare avanti ogni iniziativa utile al fine di tutelare il tratto di mare e evitare l’inserimento dell’impianto di molluschicoltura a Golfo Aranci. Inoltre è stata depositata anche un’interrogazione parlamentare di Luciano Nobili, membro della commissione Ecomafie, che chiede al ministro dell’Ambiente Sergio Costa di assumere ogni iniziativa di competenza al fine di scongiurare un danno ambientale.»
«Abbiamo inviato due pec – la prima è stata una forma di appello dove abbiamo raccontato le nostre ragioni e lo stato dell’arte – la seconda, più approfondita, è stata accompagnata da tutta la documentazione prodotta dal comitato insieme alla cronistoria amministrativa. Il nostro auspicio è che la contrarietà della comunità golfarancina sia ascoltata dalla politica per arrivare presto alla risoluzione del caso. Un allevamento si può spostare, una comunità insieme al suo patrimonio naturale no.»