Per la prima volta in Italia un parco nazionale ospita un carnaio aziendale realizzato nell’ambito di un progetto di conservazione dell’avifauna selvatica. Si tratta dell’Asinara, dove nei giorni scorsi è stata realizzata la struttura che consentirà agli operatori del parco di smaltire le carcasse degli animali presenti sull’isola e morti per cause naturali.
A realizzarlo sono stati i tecnici del Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Sassari, capofila del progetto LIFE Safe for Vultures, di cui sono partner anche l’Agenzia Forestas, il Corpo forestale e di Vigilanza Ambientale della Regione Sardegna, e-distribuzione e la Vulture Conservation Foundation.
«È un risultato davvero straordinario, la realizzazione del carnaio aziendale all’Asinara è un obiettivo al quale abbiamo lavorato a lungo, trovando nel Parco e nei servizi veterinari dell’assessorato regionale della Sanità due interlocutori sensibili e collaborativi – commenta la professoressa Fiammetta Berlinguer dell’Università di Sassari, responsabile scientifica di LIFE Safe for Vultures -. Al di là del primato appena realizzato, siamo molto soddisfatti del coinvolgimento di sempre più soggetti pubblici e privati all’interno della grande comunità del grifone in Sardegna. Il contributo di tutti è fondamentale per il radicamento di un processo che può avere successo solo se è percepito e accolto nel modo corretto da parte delle comunità interessate.»
«È un progetto al quale abbiamo creduto molto e siamo contenti che finalmente siamo riusciti a realizzarlo nell’isola dell’Asinara dove vive un’importante popolazione di capre, cavalli e asini allo stato selvatico e che presentano una mortalità naturale – commentano dal canto loro il commissario e il direttore del Parco nazionale dell’Asinara, Giovanni Cubeddu e Vittorio Gazale -. Sino a oggi lo smaltimento degli animali morti ha determinato un dispendio di energie considerevole, a iniziare dalla necessità di conservare le carcasse in apposite celle frigo prima del loro allontanamento dall’isola. La realizzazione del carnaio consente un importante risparmio economico e un’ottimizzazione dell’energia alimentare, con la chiusura del ciclo biologico attraverso l’alimentazione di uccelli necrofagi come i grifoni.»
«Si tratta di un processo al quale come servizi veterinari regionali contribuiamo volentieri – spiega Daniela Mulas, dirigente dei Servizi veterinari regionali, ai quali spetta autorizzare e vigilare sul corretto utilizzo dei carnai in deroga alle norme europee -. La presenza di un carnaio rappresenta una risorsa, assicura il rispetto dell’ambiente e della salute pubblica e favorisce il ripristino di quell’economia circolare di cui il grifone ha storicamente rappresentato un tassello fondamentale.»
Antonio Caria