«Ci sono due modi per garantire un maggior protagonismo delle imprese sarde nei lavori che interessano l’area industriale, in particolar modo le bonifiche. Il primo è trovare lo strumento adatto per vincolare chi stipula un accordo al rispetto dei suoi contenuti. Il protocollo del 2011 sulla Chimica verde aveva un limite: non prevedeva modalità per agire di rivalsa nei confronti di chi non ne ha attuato completamente tutti i contenuti. Lo strumento dell’Accordo di programma sembra più adatto a raggiungere lo scopo e a garantirne il pieno adempimento. Negli anni è stato coinvolto molto personale locale, mentre il sistema imprenditoriale ha avuto più difficoltà a entrare nella partita. E questo rappresenta un indubbio impoverimento per il sistema produttivo isolano che complessivamente non può crescere.»
Lo dichiara il sindaco di Porto Torres, Massimo Mulas, che aggiunge: «Il secondo strumento, riguarda una maggiore liberalizzazione dell’istituto del subappalto: Nel nostro territorio si sta registrando un paradosso: le imprese sarde non si aggiudicano le gare d’appalto dei lavori nell’area industriale, ma vengono spesso coinvolte in fase di subappalto, a importi nettamente inferiori rispetto al costo totale dell’opera. A mio parere per questa ragione andrebbe ulteriormente innalzata la quota delle opere subappaltabili (ora al 50%). Sarebbe un riconoscimento alle competenze e alle esperienze maturate nel nostro territorio».
Lo dichiara il sindaco di Porto Torres, Massimo Mulas, che aggiunge: «Il secondo strumento, riguarda una maggiore liberalizzazione dell’istituto del subappalto: Nel nostro territorio si sta registrando un paradosso: le imprese sarde non si aggiudicano le gare d’appalto dei lavori nell’area industriale, ma vengono spesso coinvolte in fase di subappalto, a importi nettamente inferiori rispetto al costo totale dell’opera. A mio parere per questa ragione andrebbe ulteriormente innalzata la quota delle opere subappaltabili (ora al 50%). Sarebbe un riconoscimento alle competenze e alle esperienze maturate nel nostro territorio».
Antonio Caria