C’è il parere favorevole all’ampliamento proposto dai partner per l’areale di alimentazione del grifone in Sardegna. A darlo è stato l’assessorato regionale dell’Ambiente con una determinazione che accoglie l’istanza avanzata dal Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Sassari, capofila del progetto Life Safe for Vultures, finanziato dal Programma Life dell’Unione europea, che ha tra i suoi obiettivi quello di ampliare l’areale di distribuzione del grifone in Sardegna, così da favorire la ricolonizzazione degli areali storicamente occupati dalla specie in tutta l’isola.
L’areale individuato da quel provvedimento comprendeva la piana di Semestene, Bonorva, Macomer e Bortigali, la costa e l’entroterra tra Bosa, Suni e Montresta, Capo Caccia, con l’IsolaForadada e l’Isola Piana, e Punta Giglio, la valle del Temo, l’entroterra e la zona costiera tra Bosa, Capo Marargiu e Porto Tangone, l’altopiano di Campeda, Lago Baratz e Porto Ferro. Ora che LIFE Safe for Vultures intende esportare le buone pratiche e gli ottimi risultati conseguiti nel nord ovest Sardegna anche nel resto dell’isola, l’areale si espande enormemente, sino a comprendere il Monte Limbara, la piana di Ozieri, Mores, Ardara, Tula e Oschiri, il campo di Ozieri e le pianure tra Tula e Oschiri, CampuGiavesu, la catena del Marghine e del Goceano, l’Isola dell’Asinara, il Monte dei Sette Fratelli, il Sarrabus, Monte Albo, il Supramonte di Oliena, Orgosolo e Urzulei, Su Sercone, il Golfo di Orosei, i Monti del Gennargentu, Monte Linase il Marganai, Monte Arcuentu e Rio Piscinas e l’area tra Piscinas e Rio Scivu.
«Le azioni portate avanti dal progetto dimostrano come le sinergie intelligenti tra ambiente e mondo delle campagne portino vantaggi per tutta la comunità – sottolinea l’assessore regionale dell’Ambiente, Gianni Lampis -. Si tratta di un enorme passo avanti per la conservazione della specie, che in passato era stata erroneamente additata come predatrice di agnelli e quindi combattuta fino quasi all’estinzione oggi questa maggiore consapevolezza e una migliore conoscenza della specie, con il coinvolgimento attivo degli allevatori nelle attività del progetto, ha permesso di far capire che il grifone è un alleato del mondo pastorale e non un antagonista.»
Antonio Caria