È ottima la qualità della sabbia della Pelosa e del mare antistante la spiaggia gioiello del Nord Sardegna. La situazione è nettamente migliorata, rispetto agli anni precedenti, da quando sono presenti le regole comunali sull’utilizzo delle stuoie e il numero contingentato degli ingressi. E’ quanto emerge da un recente studio del Dipartimento di Scienze biomediche dell’Università di Sassari che ha condotto un’approfondita analisi sull’arenile stintinese.
Nel 2020 un’equipe del Dipartimento, composta dagli studiosi Massimo Deligios e Manuela Murgia e coordinata dai professori Vittorio Mazzarello e Salvatore Rubino in collaborazione con la ricercatrice Maura Fiamma, ha condotto il biomonitoraggio della spiaggia della Pelosa. L’equipe, attraverso una metodica con sequenziamento di nuova generazione, ha prelevato diversi campioni di sabbia nella riva, nel centro e nella duna, durante le diverse stagioni. I campioni sono stati analizzati nei laboratori di Microbiologia del Dipartimento di Scienze biomediche, permettendo di identificare le popolazioni microbiche fungine e batteriche e di valutare lo stato di salute della sabbia e la sua l’origine, con particolare attenzione alla possibile influenza dell’altissimo numero di bagnanti durante il periodo estivo. I dati sono stati inoltre confrontati con analisi effettuate negli anni precedenti, sempre dallo stesso gruppo di ricerca, per evidenziare gli effetti delle normative comunali che hanno imposto l’ingresso dei bagnanti a numero chiuso e l’uso di stuoie.
«Lo studio ci conforta e – afferma il sindaco Antonio Diana – conferma le scelte che questa amministrazione ha preso nel tempo. Se da una parte, infatti, le azioni che stiamo portando avanti consentono di preservare la spiaggia, dall’altra determinano una maggior qualità dell’arenile e quindi una maggior sicurezza per i bagnanti stessi».
«Il lavoro dell’amministrazione va avanti – aggiunge il vicesindaco Angelo Schiaffino – e deve proseguire lungo il solco che è stato tracciato: recuperare le aree a monte della spiaggia, con l’eliminazione della strada asfaltata. Anche così sarà possibile dare respiro e rivitalizzare la spiaggia.»
La ricerca, infine mette in risalto il fatto che l’arenile nel periodo estivo è sottoposto ad uno stress antropico intenso che può influenzare negativamente la qualità della sabbia.
Gli studiosi sono dell’opinione che eventuali ulteriori campionamenti potranno confermare la tendenza di queste specie in futuro.
Antonio Caria