Per il 2019, la Sardegna è la seconda regione in Italia per quantità di rifiuti urbani raccolti in maniera differenziata e avviati a recupero. Rispetto all’anno precedente si è realizzato un miglioramento del 6,3%: dal 67% al 73,3%, meno solamente del Veneto (74.7%).
«Un risultato ben superiore alle previsioni annuali del Piano regionale di gestione dei rifiuti, che stimava un incremento annuo del 4% – ha evidenziato l’assessore regionale della Difesa dell’ambiente, Gianni Lampis, commentando i dati pubblicati dall’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) nel “Rapporto Rifiuti Urbani 2019” -. A partire dal 2004, l’azione e l’impegno di cittadini e amministratori locali hanno rivoluzionato il sistema di raccolta dei rifiuti urbani, con una continua progressione nel corso degli anni, considerando che la Sardegna nel 2002 era agli ultimi posti della classifica con una percentuale del 2,8%.»
«Le azioni previste dalla pianificazione regionale, in particolare il meccanismo premialità/penalità, istituito a marzo 2004, con i Comuni premiati o penalizzati in base al conseguimento delle percentuali di raccolta differenziata, fissate annualmente dalla Giunta regionale, insieme alla realizzazione di ecocentri e di impianti hanno creato le giuste condizioni per il raggiungimento di queste eccellenti percentuali, che sono il presupposto per un ulteriore miglioramento del sistema regionale di gestione dei rifiuti urbani: il Piano regionale prevede il raggiungimento dell’80% di raccolta differenziata nel 2022.»
L’Arpas (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Sardegna) ha anche validato i dati suddivisi per territori: Provincia di Nuoro 78,19% (74,78% nel 2018); Provincia di Oristano 77,96% (74,94%); Provincia del Sud Sardegna 76,46% (73,18%); Città metropolitana di Cagliari 71,10% (57,86%); Provincia di Sassari 69,56% (65,72%).
«Per raggiungere il prossimo obiettivo – ha concluso l’assessore Gianni Lampis – metteremo in campo ulteriori azioni, a partire da quelle più eque per i cittadini, come il passaggio alla ‘tariffa puntuale’, che sarà commisurata all’effettiva produzione dei rifiuti, e potrà contribuire ad una completa transizione verso la raccolta ‘porta a porta’, almeno un ecocentro per ogni Comune, oltre a quelli costieri, e una premialità per le Amministrazioni comunali che raggiungono percentuali dell’80%. Infine, ma non meno importante, un programma di sensibilizzazione e di informazione rivolto ai cittadini per realizzare una riduzione dei conferimenti impropri.»